3 invenzioni tutte italiane

Quanti oggetti a dir poco indispensabili sono stati creati in Italia? Leggi per scoprirlo!

Un paese di poeti, cuochi e persino inventori. Gli italiani hanno ideato tanti oggetti fondamentali per la nostra quotidianità, divenuti famosi in Italia e all’estero. Scopriamo insieme 3 invenzioni italiane che ci hanno letteralmente rivoluzionato la vita!

Telefono

Era il 1871 quando Antonio Meucci brevettò un apparecchio in grado di far comunicare persone distanti fra loro. Eppure l’inventore italiano dovette aspettare (naturalmente non in vita) gli anni 2000 per essere riconosciuto a tutti gli effetti come il padre del telefono. Il suo telettrofono o telefono magnetico era composto di due parti, un trasmettitore e un ricevitore, collegate tra di loro da un filo e delle asticelle calamitate. All’emissione di un suono la membrana trasmittente vibrava, alterando la corrente del magnete. Questa alterazione viaggiava lungo il filo e raggiungeva la seconda membrana, facendola vibrare così da riprodurre il suono.

Moka

Tutta la famiglia Bialetti ha una storia che si intreccia con quella del caffè, una bevanda amata e consumatissima in tutta Italia. Un giorno l’industriale Alfonso Bialetti rimase affascinato dal funzionamento delle primordiali lavatrici, le lisciveuse. Si trattava di recipienti, all’interno dei quali veniva posto il bucato, con un tubo d'acciaio al centro e riscaldati dal basso. L'acqua, una volta giunta a ebollizione, risaliva attraverso il tubo centrale distribuendo in maniera uniforme il sapone. Ecco, la moka funziona secondo lo stesso identico principio. Il successo internazionale di questo oggetto però lo dobbiamo al figlio di Alfonso, Renato Bialetti, che in un solo anno riuscì a vendere più di un milione di caffettiere!

Radio

Una cosa è certa: Guglielmo Marconi non pensava che la sua radio potesse essere la prima di una lunga serie di indispensabili invenzioni, come la televisione per esempio! Quando nel 1896 iniziò a migliorare il telegrafo senza fili, anche lo studioso russo Alexandr Popov stava lavorando a un progetto simile. Ma Marconi ebbe la meglio: nel 1906 vinse il Nobel e pochi anni dopo dimostrò a tutti gli scettici le enormi potenzialità della radio, facendo passare un segnale attraverso nientepopodimenoche l'Oceano Atlantico.

Col tempo la radio divenne un apparecchio utile e versatile, capace di dilettarci con la musica che trasmetteva ma anche di informarci sui diversi fatti di cronaca, proprio come fanno televisione ed internet oggi.