Appena nati

È Natale: stiamo in famiglia, ci scambiamo regali, mangiamo i piatti più buoni della tradizione, scriviamo a tutti i numeri della rubrica, giochiamo a carte o guardiamo un film natalizio. L’aria, insomma, è speciale, ma non ci saremo mica dimenticati cosa si festeggia?

Il momento più bello della vita di una coppia: la nascita di un bambino.

Il primo respiro

Esistono delle domande delicate, alle quali spesso si risponde senza sapere, per sentito dire. Una di queste è: se un bambino non piange nei primi secondi dopo la nascita, cosa significa?

Il pianto non è assolutamente un problema, bisogna concentrarsi esclusivamente sul primo respiro.

Nel grembo il feto vive immerso nel liquido amniotico, perciò non è in grado di respirare ossigeno. Compie tuttavia dei gesti simili alla respirazione, muovendo il torace su e giù, ma gli alveoli polmonari sono chiusi per non permettere al liquido di penetrare nell’organo respiratorio.

Quando viene al mondo è però fondamentale che il neonato faccia il primo respiro, in modo che gli alveoli si dilatino velocemente e l’ossigeno possa arrivare ai polmoni. Negli attimi che precedono il parto il bambino subisce una sorta di apnea: il primo respiro rappresenta uno sforzo notevole, perché l'aria deve entrare nei polmoni per la prima volta. Un'esperienza intensa che può dare spavento e sollievo allo stesso tempo: che il neonato pianga o meno, se respira correttamente possiamo stare tranquilli.

Il cordone ombelicale

Seconda domanda: quando va tagliatoil cordone ombelicale?

Il cordone ombelicale è il collegamento tra il feto e la placenta, ciò che permette quindi al feto di ricevere il nutrimento durante la gravidanza. Il cordone è attraversato da una vena, che porta il sangue dalla placenta al feto, e da due arterie, le quali trasportano le sostanze di scarto dal feto alla placenta.

Nel 2014 l’OMS raccomandava di attendere almeno trenta secondi per il “clampaggio” (termine tecnico per indicare il taglio del cordone). L’attesa servirebbe a far defluire il sangue contenuto nel cordone al neonato, in modo da aumentare le sue riserve di ferro.Alcuni esperti italiani hanno riscontrato un altro aspetto positivo del clampaggio ritardato: la stabilizzazione dell’apparato cardiocircolatorio.

Per i bambini nati prematuri si può scegliere una strategia diversa per far defluire il sangue: la “spremitura del cordone”, tramite la quale si fa arrivare il sangue contenuto nel cordone in 15-20 secondi al bambino. In questo modo si possono prestare velocemente le eventuali cure al neonato prematuro.

A necessitare un “taglio” immediato sono i bambini che hanno avuto problemi nella gravidanza e non riescono a respirare. Inoltre, se la mamma ha avuto un’emorragia il clampaggio deve essere immediato, così come nei parti gemellari in cui la placenta è unica per entrambi i neonati.

Non esiste perciò una linea generale e chiaramente tutto dipende dalle condizioni della mamma e del neonato. In linea di massima, se non si verificano complicazioni, le migliori organizzazioni mediche americane consigliano di attendere almeno 30 secondi prima di effettuare il taglio.

Una volta avvenuto il clampaggio, rimarrà un piccolo pezzo sulla pancia del bambino. Quando anche quest’ultimo si seccherà, cadrà autonomamente e rimarrà una cicatrice del cordone: l’ombelico.

Pelle a pelle

Trascorsi i primi minuti di accertamenti, clampaggio e asciugatura del nascituro, arriva il momento preferito dalle mamme: il contatto con il bambino. Tale pratica non è banale e ha grande importanza dal punto di vista medico.

Il cosiddetto “skin to skin” (pelle a pelle) serve a “riscaldare” il neonato dopo lo sbalzo termico subito dalla gravidanza: il calore del corpo della mamma verrà trasmesso al bambino con il contatto diretto. Chiaramente il neonato viene coperto con panni asciutti, ma è importante che ci sia contatto diretto tra madre e figlio, anche per altre ragioni.

Ad esempio viene favorito il rilascio di ossitocina nella madre: questo ormone garantisce la contrazione dell’utero prevenendo un’emorragia post parto, e aiuta ad attivare la produzione di latte per il successivo allattamento.

Quando viene messo a contatto con la madre, infatti, il piccolo scivolerà in pochi secondi verso la mammella, attratto dall’odore proveniente dal seno in seguito all’intensa attività ormonale dell’area mammaria.L’allattamento nei primi momenti post parto è importante per garantire la successiva produzione di latte materno, sia a breve che a lungo termine.

Terminate queste importanti fasi si procede con i successivi accertamenti. Dopo 24-48 ore mamma e piccolo possono tornare a casa.

Probabilmente 2020 anni fa le procedure erano un po' diverse, ma quel neonato venuto al mondo ha dato vita a una festa che ci fa tornare sempre un po’ bambini. Tanti auguri di Buon Natale!