Il citrus sinensis, ossia l’arancio, è un albero da frutto che appartiene alla famiglia delle Rutaceae e il suo frutto è la conosciutissima arancia.
L’albero può arrivare fino a 12 metri d’altezza ed è caratterizzato da foglie allungate e corpose e da fiori bianchi molto profumati. L’arancia, originaria della Cina e del Sud-est asiatico, è stata importata in Europa prima dagli arabi e poi dai mercanti genovesi o portoghesi. Si pensa che in Italia si sia diffusa intorno al XIV secolo. Tuttavia alcuni testi antichi ne parlano già nel I secolo: veniva coltivata in Sicilia, dove era chiamata melarancia.
Oggi l'arancia è l'agrume più diffuso nel mondo e se ne coltivano centinaia di varietà. Alcuni frutti sono a polpa bionda (ovale, biondo comune, navelina, washington navel ecc.), altri a polpa rossa per via dei pigmenti contenuti (moro, tarocco, sanguinello).
Alcuni aranci presentano frutti più grandi destinati al consumo a tavola, altri di aspetto più piccolo e buccia più sottile, ma più succosi, utilizzati per spremute. Solo in Italia vengono coltivate come frutta da tavola più di venti varietà di arance e altrettante per spremuta.
Non buttiamo la scorza
Ricca di principi benefici, la buccia delle arance viene utilizzata per produrre oli essenziali o per i classici canditi.
Ecco la ricetta di questi ultimi:
prendete 2 arance, 1 litro di acqua, 100 g di zucchero. Lavate, asciugate e sbucciate a vivo le arance, cercando di eliminare la parte bianca. Tagliate le scorze d’arancia a striscioline. In un pentolino versate 500 ml d’acqua, portate a ebollizione e fatevi sobbollire le
scorze d'arancia per 15 minuti. Scolate e lasciate raffreddare.
Asciugatele e tenetele da parte in una ciotola. Versate i restanti 500 ml d’acqua e lo zucchero e portate nuovamente a ebollizione,
mescolando per fare sciogliere lo zucchero. Quindi aggiungete le scorze d’arancia e fate sobbollire a fiamma bassa per circa
30-40 minuti, fino quando saranno morbide. Poi scolate le scorzette, lasciatele intiepidire e ricopritele con dello zucchero.
Fatele asciugare su carta forno per tutta la notte. Si conservano in frigo per qualche giorno e in freezer per qualche mese.
La leggenda dei pomi d'oro
La mitologia greca narra che la dea Giunone, quando andò in sposa al dio Giove, portò in dote alcuni alberelli dai frutti d'oro, simbolo di fecondità e amore. Giove, per paura che questo dono prezioso fosse rubato, lo fece custodire in un giardino sorvegliato dalle ninfe Esperidi, che significa 'arance' e divenne il nome di quei frutti. Tra le 12 fatiche di Ercole, l'11a fu proprio quella di portare agli uomini queste delizie.
Alleate del sistema immunitario
Come tutti sanno, le arance sono ricche di vitamina C, che aumenta la capacità del sistema immunitario di resistere alle infreddature invernali. Inoltre, previene i disturbi cardiovascolari e svolge un'azione antistress. La vitamina C contenuta nell’arancia ha evidenziato anche proprietà antianemiche poiché favorisce l’assorbimento del ferro, utile per la formazione dei globulirossi. Per il fabbisogno giornaliero di vitamina C, basta consumare 2 o 3 arance al giorno. Le arance hanno anche buone quantità di vitamina A e molte vitamine del gruppo B e contrastano l’invecchiamento della pelle, rafforzano la vista e hanno proprietà antinfiammatorie.
Il succo d’arancia, grazie al potassio e al sodio, aiuta a contrastare la pressione alta, regolarizzandola.
Il magnesio contenuto in essa protegge le ossa. Anche la scorza bianca interna contiene fibra alimentare solubile, che regola l’intestino, nonché l’assorbimento degli zuccheri, dei grassi e delle proteine.
La curiosità
Le arance sono regine in cucina, dove trovano impiego in mille preparazioni dolci e salate.
In Sicilia, per esempio, è consuetudine consumarle in insalata, condite da olio e sale o con aggiunta di finocchi a fettine sottili.
Ottimo digestivo.
La vitamina B contenuta nelle arance combatte l’inappetenza e favorisce la digestione: basta realizzare un decotto cuocendo in 1 litro d'acqua 2 o 3 bucce di un'arancia. È sufficiente berne una tazza prima o dopo i pasti.