L’autunno è stato rappresentato da artisti di ogni calibro ed epoca. Tramite tonalità calde e paesaggi naturali, pittori di tutto il mondo hanno saputo riassumere ciò che questa stagione è nell’immaginario comunque: un periodo di transizione che segue all’abbondanza dell’estate e presagisce l’arrivo del freddo inverno. Scopri in questo articolo quali artisti hanno rappresentato meglio l’Autunno su tela!
In questo originale ritratto non manca nulla: gli elementi distintivi della stagione autunnale sono rappresentati minuziosamente come parti di un uomo in posa. Acini d’uva, zucca e castagne diventano la chioma, il capello e le labbra del bizzarro personaggio dell’opera. Un autunno personificato e rappresentato dai frutti tipici di questa stagione. Lo stile stile satirico e originale di Arcimboldo – visibile in altri quadri realizzati presso la corte degli Asburgo nello stesso periodo – è stato rivalutato alla fine della Prima Guerra Mondiale e preso a modello da artisti appartenenti alle correnti Surrealista e Dadaista.
Le opere per cui è conosciuto sono sicuramente le più provocatorie esposte al Musée d’Orsay di Parigi. Ma a giudicare dalla sua rappresentazione della stagione autunnale, Courbet era anche un abile paesaggista. Nel dipinto “La foresta in autunno”, l’artista si misura con un tema tradizionale come la rappresentazione della natura, quella nella quale era solito immergersi durante le battute di caccia. È probabile che anche di questa opera sia protagonista la foresta di Ornans, in Borgogna, luogo natale di Courbet. Il realismo per il quale viene ancora criticato e venerato incontra qui il dinamismo e l’energia, ben espressi delle calde pennellate di colore che ritraggono il mutamento che coinvolge la natura in Autunno. Le foglie cambiano colore, la luce colpisce lievemente la superficie degli alberi mentre un cacciatore, nella penombra, si appresta a colpire la sua preda.
Sono passati circa 4 mesi dall'inizio della guerra civile spagnola e il pittore di Figueres sente l’urgenza di rappresentare il conflitto come un atto cannibale. Con movimenti lenti e languidi, due personaggi senza volto si abbracciano e divorano a vicenda. Si respira un’atmosfera tesa, resa attraverso l’uso di tonalità tipicamente autunnali come l’ocra, il marrone e l’arancione. L’opera è naturalmente colma di simboli, come la mela che rappresenta il conflitto e le formiche, sinonimo di distruzione e decadimento. Come in altre opere di Dalì c’è una cassettiera semiaperta nella quale molti riconoscono il vaso di Pandora, contenitore di tutti i mali che potrebbero riversarsi sul mondo a seguito di una sanguinosa guerra.