Non sei l’unico genitore che sta cercando il modo di far mangiare ai propri bambini più verdure e meno dolciumi. È una sfida, ma non è per niente difficile ottenere risultati! Prima di tutto munisciti di attenzione, pazienza, e… di un pizzico di astuzia! Cominciamo!
Ti sarà capitato sicuramente: il tuo piccolo a inizio dello svezzamento mangiava con gusto un po’ di tutto e senza sforzo. Raggiunti i 2 o 3 anni sono iniziati all’improvviso i capricci e le ribellioni dei confronti di ogni ciuffetto verde presente nel suo piatto. Come mai? È molto semplice. Sta iniziando ad affermare la propria identità e l’indipendenza, a livello psicologico, e a sviluppare nuovi gusti a livello delle papille!
Qui è dove tiri fuori la prima arma: l’attenzione. Osserva cosa inizia ad escludere dalla sua lista di cibi favoriti e prendi nota. Non è quasi mai per caso. Potrebbe trattarsi di una pietanza che si vede servita troppo spesso, potrebbe essere rimasto disturbato dalla sua preparazione (il minestrone adesso gli sembra flaccido, il riso duro, la carne viva). Ricorda che il rifiuto nella fase dell’opposizione è normale e perfettamente sano, tu dovrai solo tener nota di cosa per il momento non piace al tuo bambino e trovare delle alternative valide a livello nutritivo ma magari più colorate, saporite, divertenti.
È vero anche che non si possono cucinare tanti piatti diversi per tutta la famiglia, perciò è adesso che sfoderi la pazienza e inizi a dialogare con tuo figlio, incominciando una vera e propria fase di negoziazione e convincimento. Il dialogo può essere impostato in modi diversi e nessuno come te conosce il tuo bambino, cerca di parlargli capendo quali sono i punti che possono farlo cedere: “guarda che la pasta in bianco piace solo a te” oppure “al supermercato avevano finito la cioccolata” ma anche “queste verdure sono ottime, non sai che ti perdi” sono tutte strategie valide per capire i suoi bisogni e conoscerlo meglio. In particolare coglierai aspetti molto interessanti e fondamentali della sua personalità, tra cui cosa può renderlo emotivamente più disponibile a fidarsi di te e, in futuro, del consiglio altrui.
Importante in questa fase è non colpevolizzarlo: non dirgli cose che potrebbero spingerlo a mangiare solo per farti un favore, guadagnarsi il tuo affetto o non sentirsi dare dell’ingrato nei confronti dei più sfortunati. Fai in modo che non leghi al cibo sentimenti negativi di alcun genere.
A questo punto, è il momento del tuo trucco magico finale. Ora che conosci meglio il piccolo, puoi letteralmente giocare d’astuzia. C’è una verdura che servita intera non gli piace proprio? Frullala. Si stanca a mangiare la frutta croccante lo stanca? Cuocila e aggiungi cannella o semi di zucca. E non dimenticarti mai di seguire queste piccole regole:
Infine, ascoltare. Ascoltare sempre. I motivi del rifiuto possono essere svariati e quasi mai devono allarmarci. Forse il bimbo mangia tanto a scuola e quindi la sera a cena ha meno fame, la mattina si sveglia assonnato e non ha voglia di fare colazione, nel minestrone della nonna c’è un ingrediente che glielo rende più gustoso e magari noi non lo aggiungiamo. Inoltre, trovarsi di fronte ad alcuni cibi può essere una piccola fonte di stress, perché effettivamente non gli piacciono o perché rappresentano un metodo di comparazione tra lui e altri bambini o fratelli: “Lui lo mangia tutto e tu invece no!”.
Insomma, non ci sono misteri del suo cuore – e del suo pancino – che non puoi risolvere! Controlla le etichette dei cibi, quando possibile sperimenta in cucina e parla con lui. Questo è solo l’inizio di un’altra delle vostre splendide avventure!