Non siamo certi di quando queste fantasie geometriche di colori sgargianti siano apparsi su vasi e abiti. Ma sappiamo che il batik è una tecnica decorativa molto in voga nel mondo orientale, praticata in Cina durante la dinastia T'ang (618-907) e in Giappone nel periodo Nara (645-794). Pare che il termine batik (letteralmente “scrivere con le gocce”) sia di matrice indonesiana e alluda alla tecnica di scrivere con le gocce di cera sciolta. Si inizia scegliendo il materiale da decorare, preferendo stoffe con un filato sottile e regolare, come lino, cotone o seta, che permettano di disegnarvi agevolmente sopra. Dopo aver preparato il disegno si versa la cera sciolta sulle parti di tessuto che non si vogliono colorare: questa, penetrando tra le fibre, le impermeabilizza impedendo alla tinta di attaccarsi.
Lo strumento usato per stendere la cera è lo tjanting, un piccolo serbatoio metallico munito di manico per impugnarlo e di un beccuccio da cui fuoriesce la cera. Si possono però usare anche pennelli, stampi in metallo o stecchi di legno, a seconda del risultato decorativo che si vuole ottenere. Quando la cera è completamente asciutta, si passa alla fase di tintura. La stoffa viene immersa in un catino con la tinta, quindi lo si risciacqua e lo si lascia asciugare. Infine si procede ad asportare la cera aiutandosi con della carta assorbente.
Anche per decorare il vasellame la tecnica è la stessa: si applica la cera sulle parti che non si vogliono dipingere e si procede con la fase di colorazione.
I disegni del Batik hanno significati particolari, strettamente legati alla storia e alla cultura della popolazione presso cui è praticata questa tecnica. Gli abiti batik, come ad esempio i sarong indonesiani, sono caratterizzati da una simbologia che si ripete su tutto il tessuto, scelta anticamente in base a chi era destinato il vestito. Tratti come il Parang rusak (“spada spezzata”) e il Sawat (rappresentante le ali di un uccello mitologico) potevano essere usati per gli abiti di nobili, ufficiali e altre figure di potere.
Dove si custodisce tuttora l’arte del Batik? A Giava, specialmente nelle città di Yogyakarta e Solo, dove artefatti tipici e unici vengono prodotti e venduti nei mercati locali.