Bellezze fantasma

A seguito di terremoti, epidemie e guerre, l’Italia ospita diversi borghi che vennero abbandonati dai propri abitanti, lasciando intatte solo le bellezze e le strutture architettoniche che ne testimoniano la vitalità di un tempo. Da nord a sud, ecco alcuni borghi fantasma di cui apprezzare i resti e la storia che li tiene ancora in vita.

  • Moggessa

    Si tratta di un borgo friulano parzialmente abbandonato, diviso in due parti da un fiume. La comunità che abitava le due borgate era composta principalmente da agricoltori e pastori. Moggessa di Qua è caratterizzata da un forte contrasto fra le poche abitazioni ristrutturate e quelle in rovina, mentre Moggessa di Là presenta un’architettura povera e assai diroccata, tipica della zona montana su cui sorge. Elementi caratteristici delle borgate sono le fontane che testimoniano la presenza d’acqua, e una particolare meridiana situata in una delle piazzette, riportante la scritta “sine sole sileo”.
  • Busanna vecchia

    Sito in Liguria nell’entroterra sanremese, questo borgo di origine romana venne abbandonato nel 1887, quando una violenta scossa di terremoto rase al suolo gran parte della cittadina. Il borgo, divenuto famoso grazie all’insediamento dei conti Ventimiglia, conserva ancora le rovine della fortezza, l’imponente campanile della chiesa di Sant’Egidio e parecchie abitazioni ormai diroccate. Ma intorno al 1950 molti artisti locali, incuriositi dalla storia del borgo, decisero di insediarsi tra le rovine e creare una piccola comunità dedita solo all’arte, con l’intento di ridare vita alla località fantasma. Da qui il nome con cui Busanna vecchia è conosciuta, il Borgo degli artisti: passeggiando per le vie si possono ammirare opere d’arte e curiosare all’interno delle varie botteghe, avendo l’impressione di partecipare a una perenne mostra a cielo aperto.
  • Monterano

    Quando la famiglia Altieri (da cui proveniva anche papa Clemente X) ne entrò in posseso, il borgo crebbe a livello artistico-architettonico, arricchendosi di opere come la Chiesa e il Convento di San Bonaventura realizzate da Gian Lorenzo Bernini. A causa dell’instabilità del potere pontificio però, il borgo iniziò a vivere un periodo di forte crisi, aggravato da un’epidemia di malaria che decimò la popolazione. Col decadimento del potere temporale del Papa, Monterano passò un anno sotto la giurisdizione della Repubblica romana, poi dei Borboni. Anche quando venne restaurato lo stato Pontificio, la storia di Monterano era ormai destinata a concludersi: un incendio appiccato dall’esercito francese rase al suolo il borgo, di cui oggi rimangono il Palazzo Baronale, la Piazza San Bonaventura e l’originale Fontana capricciosissima.
  • Borgo Buonanotte

    Secondo una delle leggende sul borgo castellare in provincia di Chieti, un Reale di passaggio in quelle zone dovette fermarsi al castello a causa di una bufera. Una volta fermatosi, decise di chiamarlo Castello di Malanotte, visto il fenomeno che lo aveva bloccato. In una bellissima giornata estiva lo stesso Re fece ritorno al borgo e, constatata la bellezza del paesaggio, decise di ribattezzare il castello Buonanotte. Feudo del vicerè Antonio Caldora, dopo varie successioni il borgo divenne proprietà degli eredi della famiglia Medici di Firenze nel 1757. Nel 1969, quando il borgo era già stato abbandonato a causa di terremoti e frane, Buonanotte cambiò nome in Montebello sul Sangro, poiché arroccato su un’altura che si affaccia sull’omonimo fiume.
  • Borgo Rajù

    Come tanti altri borghi sorti in Sicilia in epoca fascista, anche questo in provincia di Caltanissetta nasce con l’intento di avvicinare la comunità rurale ai terreni coltivati. Gli abitanti di Rajù vivevano di pastorizia e artigianato fino a quando, la notte di San Silvestro del 1972, tutto cambiò. Una violenta alluvione distrusse la parte bassa dell’abitato, spaventando la popolazione e costringendola in pochi giorni a trasferirsi nei comuni limitrofi. Ad oggi la frazione risultata totalmente disabitata ma si presenta in ottime condizioni. Le case sono infatti aperte e visitabili, dando modo agli appassionati di Softair di organizzarvi raduni e tornei.