Il nome delle due birre la dice lunga sulle loro origini.
La prima, infatti, proviene dal Belgio, mentre l’altra nasce in Germania. Nonostante si parli sempre di birre bianche (come indicano i nomi di entrambe) a base di frumento, la Blanche belga prevede l’utilizzo del cereale in forma “cruda”, non maltata. Per la Weizen tedesca, invece, viene impiegato il frumento maltato, il quale conferisce alla bevanda il tipico retrogusto acidulo.
Un vero e proprio editto è quello che decreta l’utilizzo esclusivo di frumento per la produzione di Weizen. L’Editto di purezza (Reinheitsgebot) venne emanato a Ingolstadt il 23 aprile 1516 con lo scopo di regolamentare la produzione brassicola bavarese. Non poteva essere utilizzato nessun altro cereale a eccezione del frumento, al contrario di quanto avviene per la birra belga che include l’uso di orzo maltato e, talvolta, anche di segale, avena e farro. Oggi anche la Weizenbier può contenere anche malto d’orzo, ma la percentuale di frumento può raggiungere anche il 70%. Questo quantitativo è nettamente superiore a quello che caratterizza la Blanche, che contiene massimo il 40% di frumento.
Ma oltre alle differenze sostanziali fra queste due birre ad alta fermentazione, c’è anche qualche rilevante somiglianza. Specie se si guarda agli abbinamenti col cibo.
Come tante altre birre, sia la Weizenbier che la belga Blanche sono perfette insieme a piatti di pesce. La corposa birra tedesca potrà accompagnare carpacci affumicati di salmone e pesce spada. Mentre la speziata Blanche potrà essere sorseggiata durante un aperitivo in abbinamento a stuzzichini e crudité di pesce.
Proprio Weizen e Blanche vengono definite “birre estive”, particolarmente fresche e piacevoli al palato anche nei mesi più caldi. A renderle così beverine sono i lieviti che le contraddistinguono. Quelli usati nella Weizenbier le conferiscono un retrogusto fruttato e particolarmente dolce. Le birre Blanche invece sono particolarmente speziate, proprio perché nella loro preparazione è previsto l’uso di coriandolo e buccia d’arancia.