Calze, doni e carbone

Come descriveresti l’Epifania? In questo articolo ti parliamo dei principali simboli di questa ricorrenza!

Calza

Da dove nasce l’usanza di appendere questo indumento proprio per l’Epifania? Secondo una leggenda fu uno dei re di Roma, Numa Pompilio, a dare inizio a questa tradizione. Era infatti solito, alle Calende di gennaio, appendere una calza alle pareti della grotta dove dimorava la ninfa Egeria per ricevere i suoi saggi consigli. La dea rispondeva riempiendo la calza di doni ma anche di moniti e profezie che avrebbero aiutato il re nel suo governo.

Sebbene di fuori dell’Italia possono essere usati anche cestini in vimini e panieri per contenere i doni fatti per l’Epifania, le calze rimangono il contenitore preferito per via della loro capienza ed elasticità: essendo di lana, si allargano facilmente e possono contenere molti più doni!

Regali

Un tempo, quando l’Epifania era una festa prettamente contadina, la Befana portava in dono frutta di stagione come mandarini, arance e noci. Oggi invece le calze sono ricche di gustosi dolcetti: come mai? Possiamo trovare una risposta nella storia dei Re Magi. Durante il loro viaggio verso Betlemme, pare che i Magi chiesero a una vecchia signora indicazioni su come raggiungere la mangiatoia. Questa inizialmente non volle aiutarli ma, poco dopo, decise di seguirli portando con sé un sacco pieno di dolci leccornie, da distribuire ai bambini incontrati lungo il cammino nella speranza di imbattersi nel piccolo Gesù.

Carbone

Prima di essere la punizione riservata ai bambini cattivi, il carbone è una reminiscenza del falò di fine anno, un rito propiziatorio che si svolge tuttora in molte parti del mondo per festeggiare l’anno nuovo. Durante la prima settimana di Gennaio, infatti, in tante piazze viene bruciato un fantoccio simboleggiante l’anno appena trascorso e, una volta che il fuoco si è esaurito, vengono prelevati dei pezzi di carbone per suggellare il passaggio dal vecchio al nuovo.