La Capperis Spinosa o, più comunemente, pianta da capperi è un arbusto della famiglia delle Capperidacee. È una pianta sempreverde e spontanea, originaria dell’Asia minore e oggi coltivata anche in Italia, soprattutto in Costa azzurra e in Sicilia. Ogni luogo di produzione offre una determinata varietà di capperi. Tra le più famose c’è il cappero di Salina (nelle sottovarianti Nocella e Spinoso), di dimensioni molto ridotte e dunque più pregiato di altri. Seguono poi i capperi di Pantelleria IGP – la cui qualità viene attribuita al suolo vulcanico su cui crescono, quelli Selargini e i capperi del Gargano.
Cosa sai di questa pianta? No, “un cappero” non è la risposta esatta!
Perché sì, il cappero non è un frutto. Prima che maturi e prenda il nome di cucuncio (un frutto dalla forma affusolata e leggermente più grande), il cappero deve essere raccolto con una meticolosa procedura totalmente manuale. Questo per non rovinare nessuno dei boccioli. Essendo un’operazione che si svolge nei mesi più caldi dell’anno, richiede molta fatica e tanta buona lena da parte dei raccoglitori. Pensa: per prelevare un chilo di capperi può volerci un’ora intera.
Dopo la raccolta, si procede con la fase di salatura dei capperi. In grossi contenitori vengono così alternati strati di boccioli a strati di sale grosso, e lasciati riposare per 40/45 giorni.
Sapevi che 100 grammi di capperi hanno solo 23 calorie? Occhio però al sale che contengono: se si sceglie di usare i capperi per insaporire sughi o salse, riduci automaticamente la quantità di questo ingrediente. I capperi ne sono un valido sostituto! Per tutti i soggetti che soffrono di ipertensione, il cappero andrà preventivamente dissalato, ossia lasciato in ammollo in acqua per almeno un’ora prima dell’utilizzo.
Sardegna, Pantelleria e Salina. Come già accennato, è tra Mediterraneo e Tirreno che si produce la maggior parte dei capperi commerciati in Italia e all’estero. Considerati i 2500 quintali di capperi prodotti ogni anno in Italia, il 70% proviene da Pantelleria, che produce circa il 30% del fabbisogno nazionale. Un metodo utilizzato dai panteschi per diffonderne le piante è quello di "sparare" i semi con una cerbottana nelle fessure dei muri in pietra o sotto ai tetti ben esposti. 200-300 quintali provengono invece da Salina, mentre la restante parte viene prodotta in Sardegna (in particolare a Selargius) e in Puglia.
Durante il Rinascimento pare fosse in voga unire i capperi all’uvetta ammollata e strizzata per creare un originale condimento profumato con scorze d'arancia.