Come conservare il vino

Quando il vino viene imbottigliato, all’interno del vetro ha inizio un vero e proprio ciclo biologico. Il vino passa da una fase di gioventù fino alla maturità, e completa il suo percorso quando, dopo un determinato periodo di conservazione, le proprietà organolettiche iniziano a deteriorarsi e la sostanza si avvia verso una fase di progressivo declino.

Alla luce di queste considerazioni risulta chiaro che la domanda “per quanto si può conservare una bottiglia di vino?” non ha molto senso: più che portarlo al limite della sua durata, il vino va gustato quando si trova all’apice del suo percorso di maturazione.

La longevità di un vino dipende principalmente dai composti chimici che lo costituiscono: è direttamente proporzionale alla concentrazione di acidi, alcol, zuccheri, tannini e sostanze minerali.
La presenza di questi elementi dipendono dal tipo di vitigno, dall’epoca della vendemmia e dai processi di vinificazione ed eventuale maturazione in legno precedente all’imbottigliamento.

Come regola generale i vini alcolici, tannici (rossi), maturati in legno, dolci, con alto contenuto in estratti tendono a conservarsi meglio rispetto ai vini bianchi, secchi, poco alcolici, con bassa acidità e affinati in acciaio.
Ci si riferisce in ogni caso a un range molto ampio, che va da sei mesi fino a oltre vent’anni.

Detto ciò, come conservare il vino?

Non si può purtroppo prescindere dallo spazio adatto: una cantina deve rispondere a una serie di requisiti molto specifici per quanto riguarda (principalmente) temperatura, illuminazione e tasso di umidità.

Se non si dispone di questo spazio è consigliabile consumare il vino acquistato entro qualche mese. Sbalzi termici, livelli di umidità eccessivamente bassi o eccessivamente alti e la presenza di luce rischiano di compromettere la qualità del vino. Oggigiorno i produttori tendono a mettere sul mercato vini già pronti a essere gustati, anche nelle tipologie più longeve.