Come la nostra casa parla di noi

Secondo la cosiddetta “legge di attrazione”, siamo in grado di attirare tutto ciò che pensiamo, motivo per cui è importante focalizzare i propri desideri su pensieri positivi e costruttivi. In realtà, i condizionamenti inconsci possono fare incursione nei nostri desideri e manifestarsi in piccole scelte quotidiane che determinano anche, eventualmente, l’armonia della nostra casa… fino a partire dall’arredamento!

La nostra casa può comunicare molto di noi, come gli abiti che indossiamo e il cibo che mangiamo: a dirlo èLise Bourbeauin uno dei suoi più celebri libri, “Chi sei”.

Come costruire, allora, una casa che ci comunichi felicità e serenità? Lise Bourbeau dedica uno dei capitoli di “Chi sei” proprio a questa interessante tematica.

La casa come specchio del nostro io

L’autrice parla di vari aspetti che fanno di un qualunque edificio la nostra casa: quanti piani ha, quanto è grande, se ha il seminterrato, come è arredata, e così via. Paragona questi elementi alle diverse stratificazioni del nostro io, associando ai vari aspetti della casa il nostro inconscio.
I piani che compongono la struttura, proprio come nella dimensione onirica, rappresenterebbero i diversi livelli dell’anima: la cantina diventa così il nostro pensiero cosciente e vigile, mentre i piani più alti alluderebbero alla nostra spiritualità.
Secondo questa teoria, quindi, il nostro attaccamento a una stanza piuttosto che a un’altra potrebbe determinare la nostra capacità di sognare un futuro diverso o di venire a patti col passato, eccetera. Ne consegue che chi ama i piani alti, gli attici e le finestre ampie, potrebbe essere più attratta dalla dimensione spirituale della vita, mentre chi presta più attenzione ai piani bassi potrebbe rivelarsi attaccata al passato o agli aspetti più materiali della propria vita.
In questo modo anche i soffitti alti corrisponderebbero a una maggiore necessità di spazio e di spinta ad immaginare il futuro, mentre le scale simboleggerebbero la necessità di ponti e di passaggi tra i diversi livelli della nostra coscienza.
E secondo la Bourbeau anche le decorazioni, gli arredi e gli oggetti che scegliamo di portare nelle nostre case, simboleggiano la nostra attitudine alla vita: li spostiamo spesso alla ricerca di novità? Tendiamo a possederne pochi per un sentimento di temporaneità? Ne accumuliamo troppi perché non sappiamo emanciparci dai ricordi?
E ancora, in che stato versa la nostra casa? È sempre in ordine o è spesso caotica? È bene organizzata o impolverata? Questo può rivelare di siamo controllanti o procrastinatori? O che curiamo gli aspetti esteriori più di quelli interiori?
Se vogliamo dare adito a questa teoria, sarà dunque importante verificare questi piccoli grandi dettagli e come parlano di noi, del nostro carattere e delle nostre attitudini, ammettenedo che ogni aspetto, seppur in apparenza insignificante, cela un significato nascosto.

Cosa simboleggiano le diverse stanze

Luise Bourbeau parla sostanzialmente di cose già note a chi pratica ilFeng Shui, disciplina taoista che attribuisce ad ogni stanza un ruolo ben preciso.
La cucina come “luogo della predominanza femminile” associata “all’aspetto nutritivo e creativo dell’essere umano” (indipendentemente dal suo sesso), ma anche alle capacità di tutti di essere creativi, accoglienti e positivi.
La camera da letto parla invece della parte più intima di noi stessi, e per descriverla (e descriverci) basterebbe parlarne con parole semplici e senza giudizio, prestando attenzione però agli aggettivi scelti.
Ilsalottoallude al nostro modo di presentarci all’esterno e come vogliamo che glia ltri si sentano in nostra presenza.
Il bagno, luogo di passaggio, pulizia e depurazione, può darci utili indizi sulla nostra capacità di disfarci del vecchio e accogliere il nuovo, prendendoci cura di noi stessi.
Aguzziamo la vista, allora. E impariamo a capire dai dettagli, dagli arredi, dai colori e dalla disposizione delle stanza, cosa la nostra casa racconta di noi e come possiamo renderla un luogo di incontro positivo e rilassante.