Hanno condiviso con noi i loro ricordi e insegnamenti, ci hanno aiutati a salire gradini per noi troppo alti, ci hanno viziati quando potevano e sgridati quando dovevano. Ai nostri nonni e genitori dobbiamo molto; ora che siamo più grandi, e loro un po' più anziani, ci troviamo a ricambiare i loro sacrifici con tante piccole e grandi attenzioni.
In Italia abbiamo la più alta età media d'Europa: il 35% della popolazione ha più di 65 anni. Per fortuna oggi la qualità della vita anche nella terza età è molto migliorata: le vaccinazioni contro i malanni stagionali, i programmi di screening e prevenzione dedicati e l'assistenza domiciliare specializzata permettono ai nostri anziani di godere di una buona salute fisica più a lungo. A questo si aggiunge una maggior attenzione per la dieta e l'esercizio fisico, che ha un ruolo cruciale per la salute di ossa e muscolatura.
C'è però un altro organo che risente dell'invecchiamento e di cui bisogna prendersi molta cura: il cervello. Le demenze senili sono uno degli aspetti che più spaventano le persone anziane e chi se ne prende cura: impariamo a conoscerle e, soprattutto, a giocare d'anticipo.
Morbo di Alzheimer e demenza senile vengono spesso usati come sinonimi, ma non è così: esistono diversi tipi di demenza, di cui alcuni reversibili.
La prima cosa da dire è che il decadimento cognitivo fa parte del processo di invecchiamento e non deve necessariamente allarmare: una piccola dimenticanza non deve subito diventare subito un campanello d'allarme.
Le demenze sono vere e proprie malattie autodegenerative e si distinguono per la perdita di memoria associata a cambiamenti di personalità, difficoltà nel linguaggio e disorientamento spazio-temporale.
Le più diffuse sono 3: il morbo di Alzheimer, la demenza vascolare e la demenza a corpi di Lewy.
Il morbo di Alzheimer influisce sulle capacità di una persona di portare a termine le più semplici attività quotidiane, andando a colpire aree cerebrali che controllano funzioni come la memoria, il pensiero, la parola. Con il progredire della malattia l'individuo ha difficoltà a svolgere le normali funzioni quotidiane, dimentica facilmente (in particolare eventi recenti e nomi di persone), sviluppa difficoltà di linguaggio, tende a perdersi e può anche mostrare disturbi comportamentali. Il decorso della malattia è molto variabile anche se in genere si assesta su 8-15 anni. Attualmente non vi è ancora una cura definitiva per questa malattia.
La demenza vascolare è invece un deficit cognitivo che dipende da un'alterata circolazione sanguigna nel cervello, che priva di sangue alcune aree dell’organo e ne determina la progressiva e irreversibile morte delle cellule. I sintomi in questi casi sono diversi in base alla zona di cervello colpita. Per questo tipo di malattia esistono cure che permettono alla persona affetta di vivere molto più a lungo rispetto alle altre due patologie, con una qualità della vita decisamente più accettabile.
La demenza a corpi di Lewy scaturisce invece da alcuni aggregati proteici, detti appunto corpi di Lewy, che si vanno a depositare all’interno dei neuroni dell’encefalo. Non è stato ancora chiarito scientificamente il modo in cui queste proteine danneggino i neuroni e soprattutto cosa provoca la formazione dei corpi di Lewy. Sebbene ogni malato rappresenti un caso a sé stante, in genere le manifestazioni della demenza a corpi di Lewy sono un misto tra i sintomi dell'Alzheimer e quelli del morbo di Parkinson. Purtroppo si tratta di una patologia dalla quale è impossibile guarire: si muore dopo circa 7-8 anni dalla comparsa dei primi sintomi.
Al momento la nostra più grande arma è la prevenzione: agendo sui fattori di rischio modificabili è possibile posticipare l'insorgenza di questi disturbi e alleviarne i sintomi. La prima cosa da fare è prendersi cura dell'apparato cardio-circolatorio, stando alla larga dal fumo di sigaretta e adottando uno stile di vita attivo, accompagnato da una dieta varia e ricca di omega-3.
Oltre all'esercizio fisico, poi, è fondamentale esercitare il cervello: cruciverba, giochi da tavolo, rebus e lettura sono attività che, oltre a divertire i piccoli di casa, fanno un gran bene ai più anziani.
Imparare a suonare uno strumento o a parlare una seconda lingua non è cosa per nulla facile, ma è molto utile per stimolare le funzioni cognitive: oggi esistono molte piattaforme online che offrono lezioni quotidiane e graduali, semplici da usare e adatte a tutte le età. Un abbonamento a questi servizi può essere un bellissimo regalo per genitori e nonni.
Gli esperti ricordano che la demenza senile non è sempre una malattia ereditaria. A tal proposito è bene anche sapere quali sono i maggiori fattori di rischio di insorgenza delle patologie di cui abbiamo parlato. Sono state elencate nel DALY (disability-adjusted life year), ovvero nel numero di anni persi a causa di malattia, disabilità o morte. Quasi un quarto di questo peso complessivo può essere collegato a quattro fattori di rischio modificabili: peso in eccesso, glicemia alta a digiuno, dieta ricca di bevande zuccherate o dolcificate e fumo.
Per i nipotini che leggeranno, inutile ricordarvi di andare a trovare i nonni domani. Per i più grandi, vi invitiamo a cogliere i consigli degli esperti per prevenire la malattia. Per i più anziani invece, continuate a tenere corpo e mente allenati!