Il mestiere dell'apicoltore è tra i più antichi al mondo e oggi è più che mai fondamentale per la salvaguardia delle api. Ma come funziona nel dettaglio?
Un tempo le arnie artificiali si ricavavano datronchi cavio dacesti intrecciati, dove le api potevano organizzare in autonomia i propri spazi. Questearnie villichesono state poi sostituite dalle cosiddettearnie razionali, usate oggi in tutto il mondo.
L'arnia razionalepermette all'apicoltore diottimizzare le operazioni, recando minore disturbo alle api nella raccolta del miele e aiutandole aorganizzare più agevolmente il nido.
Vediamole più nel dettaglio.
Un tempo lebasi dell'arniaerano interamente in legno. Le cose cambiarono negli anni '80, quando in Europa arrivò lavarroa, un acaroparassita delle api; per proteggere lo sciame, la base dell'arnia è rialzata e protetta da unarete a maglie sottili.
Sopra la base troviamo ilnido, un parallelepipedo con una sola apertura laterale, dalla quale le api potranno entrare e uscire dall'arnia. Nel nido sono inseriti deitelai verticali, itelainiappunto, sui quali le api potrannocostruire le celledove la regina deporrà leuova. Sui telaini sono fissati deifogli di cera con un motivo esagonale, per agevolare le api nella costruzione del favo.
Al di sopra del nido troviamo ilmelario, un parallelepipedo più piccolo, sempre dotato ditelai verticali. A separare il melario dal nido c'è larete escludi-regina, che permette solo alle operaie (che sono più piccole) di passare. Questo accorgimento permette all'apicoltore di non trovare uova nel melario, che servirà alla coloniasolo come magazzino per il mieleaccumulato. Un melario a 9 telaini può arrivare a raccogliere 12/15 kg di miele!
Il melario è coperto da uncoprifavo, che si trova subito sotto il tetto dell'arnia. Se la colonia è ben predisposta alla produzione dipropoli, il coprifavo può esseresostituito da una rete.
Ciascuna colonia è fondata da unaregina, che una volta fecondata continua a deporre uova per tutta la vita. Da queste nasceranno i fuchi, le nuove regine e le operaie. Queste, in base alla fase del proprio ciclo vitale, si occuperanno di:
- pulire le celle
- produrre pappa reale per accudire le giovani regine
- produrre cera, con la quale costruiscono le celle del favo
- difendere lo sciame da predatori e parassiti
- raccogliere il nettare
Le operaie sono tutte femmine, mentre ifuchihanno il solo compito difecondare le nuove regine, che voleranno via per fondare altri alveari.
La raccolta del nettare continua per tutto il periodo di fioritura; quando i telai del melario sono colmi, l'apicoltore li preleva e li porta in laboratorio.
Il primo passaggio per ottenere il miele è ladisopercolatura: le cellette (opercoli) contenenti il miele maturo si presentano con un piccolo"tappo" di cera, che le api costruiscono per conservarlo più a lungo. L'apicoltorerimuove quindi la cera con un raschiettoelettrico, che si scalda per renderla più malleabile.
Quando le celle sono state "scoperchiate", il telaio viene inserito in un'apposita centrifuga, losmielatore. Il rapido movimento rotatorio estrae il miele dalle cellette, facendolo poi scivolare dalle pareti al fondo, dal quale uscirà attraverso un apposito rubinetto.
Seguono unafiltrazionea maglie sempre più sottili e lamaturazione, cioè un periodo di riposo che permetterà alle ultimeimpuritàdidepositarsi sul fondo o in superficie, insieme all'aria inglobata durante la centrifuga.
Ora il miele è pronto per essere invasettato in un contenitore sterilizzato.
Bene, sul miele ci siamo... Ma gli altri prodotti come si ottengono?
La cera è unamiscelamolto complessa, di carattere principalmentegrasso. Essendoinsolubile in acqua, è perfetta per stare a contatto con una sostanza a base acquosa come il miele. Èprodotta dalle operaie, che la usano per costruire le cellette esagonali del favo e si ottiene dalle cellette vuote dopo la smielatura. Oltre alla produzione di candele, vede un largo utilizzo in cosmesi, in artigianato e in farmacia.
Conosciuta principalmente per il suo utilizzo in farmacia ed erboristeria, la propoli è prodotta dalle api raccogliendoframmenti di resinae trasformandoli con le loro secrezioni salivari. Nell'alveare viene utilizzata comemateriale di costruzione, per restringere l'ingresso all'alveare o sigillare le fessure tra le celle, sia comerepellenteper altri insetti ebattericida, grazie alle sue proprietà antibiotiche. Per raccoglierla, gli apicoltori posizionano una rete intelaiata al posto del coprifavo: per proteggere il miele, le api depositeranno la propoli tra le maglie della rete per chiuderle. L'apicoltore potrà quindi raschiare la propoli pura dalla rete.