L’unica ricerca condotta su questo argomento risale al 2008 ed è stata effettuata da Charles P. Gerba, professore e microbiologo dell’Università dell’Arizona. Sono state analizzate le scarpe di una decina di persone per due settimane, riscontrando che all’esterno delle calzature erano presenti in media 421mila batteri, mentre all’interno ce n’erano in media 2.887.
Un numero preoccupante? Non proprio! Si tratta difficilmente di microorganismi pericolosi. Non solo, ma entriamo quotidianamente in contatto con oggetti colmi di batteri: lo smartphone, che tocchiamo con le mani in media 150 volte al giorno, ospita generalmente l’80% dei più comuni batteri umani… Più sporco della tavoletta di un WC.
Un altro esempio? Le spugne da cucina sono dimora di 362 diversi tipi di batteri: concentrazioni simili a quelle delle feci.
Insomma, viviamo in mezzo ai batteri. Per fortuna, come dicevamo, la maggior parte di questi sono innocui. Bisogna tuttavia prestare attenzione a non toccare l’esterno delle scarpe e poi portarsi le mani al viso, soprattutto alla bocca, perché allora il rischio di contrarre infezioni diventa concreto.
Jack A. Gilbert, professore nel dipartimento di pediatria allo Scripps Research Institute della California, un centro di ricerca nel campo delle scienze biomediche, ha aggiunto che in alcuni casi entrare in contatto con la sporcizia e con i batteri può essere anche utile allo sviluppo del sistema immunitario dei bambini. Secondo Gilbert, che è autore del libro "Dirt Is Good" (La sporcizia fa bene), i bambini che nel loro primo anno di vita interagiscono con un cane hanno il 13 per cento in meno di possibilità di contrarre l’asma, mentre le interazioni in una stalla o in una fattoria possono ridurla del 50 per cento. In conclusione, non c’è da preoccuparsi più di tanto sulla necessità di togliersi o meno le scarpe in casa, a meno che non siano sporche di terra.
Il consiglio, comunque, è di toglierle se in casa ci sono persone che hanno allergie di qualche tipo o il cui sistema immunitario è compromesso, come le persone malate di cancro o che hanno subito un trapianto d’organi.
E poi diciamolo... le pantofole sono molto più comode!