Quando dal gelido inverno si passa al tepore della primavera, tutto intorno a noi – la flora, la fauna – sembra riacquistare vigore. Molti animali si risvegliano dal letargo. Alcune piante e alberi gemmano, mentre altri – come il glicine o la mimosa – sfoggiano già i primi fiori.
L’etimo della parola "primavera" dà vita a due interpretazioni, una logica e una più poetica. La parola latina ver deriva dalla radice sanscrita vas-, che significa splendere, ardere e, per estensione, indica anche l’estate. Alla luce di tale nesso, la primavera è dunque la stagione che viene "prima" dell’”arsura” estiva.
Per altri invece, considerati l’ardore e la potenza con cui la natura si risveglia dopo l’inverno, la parola primavera indica più di una stagione. L’inizio a cui fa riferimento la traduzione del latino “prima” è quello di un periodo di rinascita per tutti gli esseri viventi. Ci si sente improvvisamente carichi di nuove energie, pronti a recepire nuovi stimoli e a ridestare la creatività che i mesi più freddi avevano fatto assopire.
Probabilmente non esiste un’unica interpretazione quando si parla di primavera. Questa parola richiama da sempre concetti come quello di rinascita, risveglio, e rinnovamento. È dunque un periodo che porta con sé nuova grinta, e anticipa – con le sue temperature miti e le prime, lunghe giornate di sole – la più calda estate.