Stai guidando tranquillo quando all’improvviso compaiono le luci di frenata delle automobili davanti. Non ci sono incidenti, cambiamenti nei limiti di velocità o restringimenti di carreggiata. Allora perché c’è traffico?
Quando si crea un imbottigliamento senza motivo apparente si parla di ingorgo fantasma.
Questo avviene quando c’è un numero molto elevato di macchine per strada. Di per sé, la quantità di macchine in questione non sarebbe necessariamente un problema, se tutti mantenessero le corrette distanze dai veicoli davanti e una velocità costante.
In queste condizioni, è sufficiente un disturbo minimo per innescare una reazione a catena che crea un ingorgo. Se un guidatore frena lievemente, chi si trova dietro dovrà frenare progressivamente in maniera più decisa, creando un’onda di frenata che si propaga all’indietro nelle macchine sulla strada potenzialmente per chilometri.
Tutto dipende dunque dalla densità di macchine: se è bassa, le variazioni di guida di un veicolo possono essere assorbite dagli aggiustamenti del veicolo successivo, senza intaccare il flusso generale. Se è alta, il sistema si congestiona, amplificando i più piccoli inconvenienti. La soglia critica viene superata quando le macchine sono a meno di 35 metri l’una dall’altra.
La nostra tendenza alla guida è quella di frenare troppo tardi e troppo bruscamente, e di accelerare eccessivamente nelle ripartenze. Le macchine di ultima generazione, dotate di pilota automatico, sensori e informazioni in tempo reale sul traffico circostante, potrebbero essere in grado di contrastare il fenomeno in tempo reale. Questi veicoli mantengono una velocità costante, anticipando le ondate di frenata e diminuendone la forza. Secondo recenti studi, sarebbe sufficiente che una macchina ogni venti avesse il pilota automatico per prevenire il formarsi degli ingorghi fantasma.
Gli imbottigliamenti non sono solo fastidiosi: sono anche causa di mortalità, uno spreco di risorse e fonte di inquinamento. È un’ottima notizia quindi che le nostre ultime tecnologie siano in grado di contrastarli. Nel frattempo, possiamo cercare di imitare il comportamento che adotterebbe un pilota automatico e cercare di mantenere una velocità il più possibile costante.