Per "grappa" si intende un’acquavite di vinaccia, ricavata da uve prodotte, vinificate e distillate esclusivamente in Italia.
Si definisce "acquavite" un prodotto alcolico derivato dalla distillazione di un liquido zuccherino fermentato.
Da questa base alcolica, quindi, si ottiene la grappa per distillazione: gli elementi vengono separati grazie al loro diverso grado di ebollizione. Rispetto alle altre acquaviti, la grappa si distingue perché si ricava da un preparato solido, la vinaccia.
È un composto di bucce dell’uva, dopo che questa è stata spremuta per fare il vino. Pochi altri frutti possono competere con la complessità aromatica dell’uva, dovuta alle sostanze contenute nella sua buccia.
Per legge comunitaria, il termine "grappa" è un’indicazione geografica protetta: nessun altro Stato al di fuori dell’Italia può utilizzare questa denominazione.
Leggenda vuole che un ignoto legionario romano, nel I sec. a.C., abbia trafugato un impianto di distillazione in Egitto e l’abbia utilizzato impiegando le vinacce del vigneto di cui era assegnatario in Friuli.
Lo storico Luigi Papo fa risalire la prima produzione proprio in Friuli ma nel 511 d.C., ad opera dei Burgundi che dalla vicina Austria fecero una fugace apparizione a Cividale, applicando sulle vinacce le loro tecniche di distillazione delle mele.
Il prezioso distillato arricchisce le sue proprietà organolettiche se viene affinato nel legno, tradizionalmente in botti da 225 litri, dette "barrique". Per l'invecchiamento della grappa prevalgono il rovere, l’acacia e il ciliegio. Ognuna di queste varietà di legno conferisce alla bevanda caratteristiche peculiari: per questo dal 1999 alcune distillerie impiegano anche botti di legni diversi.