I cani che votano con lo starnuto

I ricercatori dell’Università di New South Wales di Sydney hanno studiato il comportamento dei cani selvaggi africani (lycaon pictus), nel loro habitat: le regioni montagnose sub-sahariane.

Dopo lunghe ore ad osservare questi animali, dall’aspetto molto simile a quello delle iene, si è evidenziata una correlazione tra il numero degli starnuti e gli spostamenti dei branchi.
Analizzando 68 raduni di 5 diversi gruppi, è stato dimostrato che quanto più alto era il numero di starnuti, maggiori erano le probabilità che il branco si mettesse in movimento per l’attività di caccia.

Lo starnuto è per loro un sistema di voto: il numero di queste vocalizzazioni deve raggiungere un quorum perché il branco si attivi. La presenza di questa sorprendente organizzazione (senza l’elemento dello starnuto) era già stata osservata in diverse altre specie, come api e formiche, ma anche tra i suricati e tra le scimmie cappuccine.
Una democrazia imperfetta: se il maschio e la femmina alfa si esprimono, bastano pochi altri voti perché i cani si mobilitino. Se questi si astengono, ne servono circa una decina in più.

...Salute!

Lo starnuto è una delle vocalizzazioni attraverso cui comunicano anche i cani domestici, e altri canini come i coyote e gli sciacalli. Può avere una vasta gamma di significati che spaziano da “voglio giocare” a “vedo un oggetto sconosciuto” a “sono spaventato”.
Starnutire è un gesto ricorrente in diverse specie, ovviamente anche tra gli umani. I dati sembrano indicare che si tratta di un comportamento contagioso, come lo sbadiglio. Non si sa ancora bene il perché di questa propagazione: potrebbe contribuire a salvaguardarci da pericoli per la salute, come uno scarso livello di ossigeno o un’ambiente polveroso. Potrebbero anche promuovere empatia e i legami tra gli animali sociali, come appunto i cani e gli umani.

Una specie in pericolo

I cani africani in questione sono una specie in pericolo: spesso sono minacciati dai conflitti con l’uomo, quando si avventurano in cerca di cibo in zone abitate e in strutture come le fattorie.
È in corso uno studio per prevenire queste situazioni, utilizzando il loro stesso sistema di demarcazione olfattiva per portarli a credere che specifiche aree siano territorio di altri branchi.