Chi ha un cane lo sa, questi animali sono perfettamente in grado di capire ed imparare le regole.
La loro condotta sembra non essere legata soltanto a un apprendimento fatto di ricompense e punizioni: l’osservazione di cani, lupi e coyote allo stato brado mostrano che i canidi hanno in certa misura un senso innato di giustizia, che emerge distintamente nelle situazioni di gioco.
Il gioco contribuisce a oliare tantissimi meccanismi della vita sociale del branco, in primis lo sviluppo della fiducia tra i membri: questo permette una divisione dei compiti, un’organizzazione gerarchica e la cooperazione nella caccia, nell’allevamento dei cuccioli e nella difesa di cibo e territorio. Inoltre è attraverso il gioco che i più piccoli imparano a riconoscere e a reagire a specifiche dinamiche che dovranno tenere presente per tutta la vita.
Il gioco ci mostra che probabilmente i cani hanno una “theory of mind”, ovvero la capacità di attribuire agli altri stati mentali diversi dai propri. La ricerca in questo campo ha ancora molta strada da fare, ma per il momento sono pochi gli animali su cui si specula sia presente questa caratteristica: si parla di alcuni primati, come gli scimpanzé e i macachi, alcuni uccelli come i corvi e i pappagalli, maiali e capre.
Da una ricerca emerge che gli incontri di gioco sfociano in conflitti violenti nello 0,5% dei casi. Eppure spesso queste situazioni, dall’esterno, sembrano veri e propri combattimenti, con morsi e placcaggi vigorosi.
In realtà i canidi si attengono a un codice comportamentale che regolamenta questi momenti e li contiene in modo che restino innocui e divertenti. Ecco alcune di queste regole:
1. Chiedere in anticipo e con chiarezza: il cane si inchina per annunciare che vuole giocare, abbassandosi sulle zampe anteriori mantenendo erette quelle posteriori. Un comportamento che ha quasi esclusivamente questa funzione. In questo modo Fido non lascia spazio a dubbi: non vuole litigare né accoppiarsi. I comportamenti all’apparenza aggressivi che seguono l’inchino sono molto raramente malinterpretati: tutto ciò che viene dopo questo gesto si fa per finta.
2. Buone maniere: gli animali tengono in considerazione le abilità dei loro compagni e spesso si autolimitano per rendere il gioco più equo e divertente. A volte addirittura assistiamo a un capovolgimento dei ruoli, e possiamo vedere un maschio alfa distendersi supino: un gesto che non compirebbe mai in una reale situazione di combattimento.
3. Ammettere il torto: quando le cose sfuggono accidentalmente di mano, i canidi si scusano, come farebbe un umano. Lo fanno tramite l’inchino, e il gioco prosegue se il compagno accetta le scuse e perdona: il caso più frequente.
4. Cartellino rosso: se un giovane canide compie ripetuti “falli”, verrà eventualmente escluso non solo dal gioco ma dalle diverse attività del branco. Le ricerche mostrano che i giovani coyote recidivi nell’infrangere le regole aumentano le loro probabilità di morte di quattro volte.
Nella maggior parte dei casi quindi, se il nostro cane sta giocando, non abbiamo niente di cui preoccuparci!