Interessarsi alle farfalle è facile: con i loro colori sgargianti, il volo leggero e aggrazziato e la loro scarsa tendenza ad avvicinarsi agli umani, affascinano grandi e piccini. Non si può dire lo stesso delle falene: con la loro tendenza a entrare nelle case, infestare dispense e assediare lampadine, questi lepidotteri sono spesso viste con fastidio e talvolta timore. Eppure sono animali incredibilmente interessanti e ricchi di risorse: scopriamo qualche curiosità su questi lepidotteri!
Innanzitutto bisogna specificare che, scientificamente, non esiste una netta distinzione tra falene e farfalle. In generale riconosciamo le falene per il loro corpo tozzo e peloso e i colori più spenti, oltre che per il fatto che si spostano di notte e riposano di giorno, ma non tutte le falene rispettano questi criteri. Ne esistono specie dai colori particolarmente sgargianti, come Deilephila elpenor, la sfinge della vite, che è una vera icona di stile con suoi colori rosa e giallo.
Un aspetto affascinante delle falene è che non hanno il naso, ma percepiscono gli odori attraverso le antenne, dotate di chemorecettori. I maschi delle falene sono talmente sensibili ai feromoni emessi dalle femmine che le possono percepire fino a 10km di distanza!
E come se l'assenza di naso non bastasse, alcune specie, come le tarme, non hanno neppure la bocca! Allo stato larvale mangiano a più non posso, accumulando riserve, e una volta adulte utilizzano tutte le energie accumulate per l'accoppiamento, fino ad esaurirle.
Altre falene sono invece dotate di una proboscide, detta spiritromba, che permette loro di succhiare il nettare dei fiori. Ogni specie ha una spiritromba di una determinata lunghezza media, e questo va a determinare le specie di piante a cui preferiranno attingere: fiori dalla corolla troppo lunga o troppo corta costringono la falena a restare sospesa più a lungo alla ricerca dell'"incastro" perfetto, sbattendo le ali e dissipando energia, magari più di quanta ne troverebbe nel nettare. Sembra così le falene, essendosi evolute in contemporanea alle piante da cui si nutrono, abbiano imparato a riconoscere dal profumo i fiori più compatibili con la lunghezza della loro proboscide, risultandone maggiormente attratte.
La spiritromba non serve solo per succhiare il nettare: esistono specie di falene che, per assumere più sali minerali, hanno l'abitudine di posarsi sugli occhi degli altri animali per suggerne le lacrime. Questo fenomeno si chiama oftalmotropismo. Ma non finisce qui: tra le falene del genere Caliptra, ben 8 specie integrano la loro alimentazione addirittura succhiando sangue, e per questo vengono chiamate "falene vampiro". A differenza di quanto avviene con gli altri insetti succhiasangue, sono i maschi a mostrare questo comportamento, mentre le femmine si nutrono normalmente di nettare. La puntura di queste falene, diffuse principalmente in Africa orientale e Asia, è leggermente più fastidiosa di quella di zanzara, ma fortunatamente non rappresenta un rischio sanitario.
Una specie di falena, la Biston betularia, è particolarmente famosa nel campo dell'evoluzionismo, tanto che viene citata nei libri di testo per le scuole superiori come esempio di selezione naturale. Le falene di questa specie, infatti, erano normalmente conosciute in Inghilterra per la loro colorazione chiara, che permetteva loro di mimetizzarsi alla perfezione sulla corteccia delle betulle. Le falene che, per effetto di una mutazione genetica casuale, nascevano nere, venivano facilmente individuate dai predatori e mangiate, spesso prima che fossero in grado di riprodursi e trasmettere questa caratteristica alla prole.
Con la Rivoluzione Industriale le cose cominciarono a cambiare: la fuliggine anneriva la corteccia degli alberi e improvvisamente le falene più scure erano avvantaggiate rispetto a quelle bianche. Accadde così che, nel giro di qualche generazione, la maggioranza della popolazione di falene nelle zone inquinate presentava il colore nero, mentre il bianco rimaneva predominante nelle aree più lontane dalle città.