Da sempre genitori, nonni e zii combattono contro i capricci dei bambini affinché questi indossino la sciarpa, il berretto, il cappottino.
“Copriti, altrimenti ti ammali!”
Ma è proprio così?
Il freddo, da solo, non è sufficiente a farci ammalare. Il raffreddore, ovvero l’infezione alle vie aeree superiori, è causato dalla presenza di un virus.
Per i virus le condizioni termiche non fanno differenza, mentre i batteri vengono in realtà indeboliti dal freddo (per questo teniamo gli alimenti nel frigorifero!)
Quindi il senso comune e la saggezza popolare si sbagliano?
Il freddo potrebbe abbassare le difese immunitarie, ma le ricerche scientifiche in questo campo non sono esaustive e ci sono indicazioni contraddittorie.
Possiamo affermare però che il freddo limita il movimento delle “cellule cigliate”, cioè di quel meccanismo di difesa presente nella nostra trachea con il compito di spostare verso l’esterno il muco, che ingloba polveri e minuscoli corpi estranei. Il muco quindi ristagna, con la sua carica virale o batterica, favorendo le infezioni.
Questa paralisi delle “ciglia” depuratrici è peggiorata dagli sbalzi termici, come il passaggio da un ambiente riscaldato all’esterno gelido, ma anche viceversa: d’estate passare da un ambiente fresco climatizzato all’esterno torrido ha lo stesso effetto.
La causa principale dell’aumento dei casi di raffreddore e influenza in autunno e inverno è il fatto che trascorriamo più tempo in spazi chiusi e meno arieggiati, a maggior contatto con gli altri: aumenta così la diffusione degli agenti patogeni.
Paradossalmente, potrebbe essere il caldo a farci ammalare: l’aumento del riscaldamento negli ambienti interni rende l’aria più secca, quindi i virus non si legano a particelle d’acqua ma restano sospesi in aria più a lungo. Inoltre, questo riduce l’idratazione delle mucose del naso, una delle barriere naturali contro questi pericoli naturali.