Il miele degli afidi

Insetti, secrezioni e prelibatezze: in questo articolo parliamo di melata!

Protagonisti di questa storia sono gli afidi, piccoli insetti fitomizi che col loro stiletto pungono le piante per nutrirsi della linfa. Non appena raggiungono i vasi linfatici, l’afide dovrà solo aprire una valvola posizionata a livello della testa e lasciare che la linfa, scorrendo, riempia il suo apparato digerente.

La sostanza di scarto che gli afidi espellono è la melata, una sorta di liquido gelatinoso altamente zuccherino e ricco di sali minerali, molto apprezzato da api e formiche. Queste ultime ne vanno così ghiotte che alcune specie “allevano” intere colonie di afidi per assicurarsi una ricca provvigione di melata. Alla luce di questa mutualistica simbiosi, le formiche possono addirittura stimolare con le loro antenne l’addome dei piccoli insetti perché producano più melata.

Che fine fa la melata?

Spesso e volentieri viene trasformata in miele. Come detto prima, non solo le formiche ma anche le api vanno matte per questa dolce sostanza, a tal punto da portarla nell’alveare e trasformarla in miele di melata. Il sapore è meno dolce di quello dei mieli di nettare e possiede un particolare retrogusto terroso e amarognolo. Ciò che lo differenzia dal miele tradizionale è soprattutto il colore. Il miele di melata, infatti, presenta tonalità che vanno dal marrone scuro al nero, rendendolo uno dei mieli più scuri sul mercato: ciò è dovuto alla grande quantità di antiossidanti che possiede, soprattutto polifenoli. È inoltre un miele ricco di ferro e altri oligoelementi come calcio, magnesio, manganese, sodio e potassio.

E gli afidi?

Gli afidi rappresentano un pericolo per le nostre piante proprio perché secernono la melata. Quando questa si accumula sulla superficie di fusti e foglie, i funghi saprofiti arrivano per nutrirsene. La pianta si trova così colonizzata dai funghi che, crescendo, creano uno strato nero fuligginoso: la fumaggine. Per prevenirla all’interno del proprio orto, sarà bene eseguire potature regolari, usare concimi non troppo azotati (poiché la sostanza attira gli afidi) e soprattutto favorire la biodiversità per invitare nell’ambiente gli insetti antagonisti di tutti gli insetti produttori di melata. Questo si può fare piantando varie essenze aromatiche e arbustive tra i propri filari.