Il narvalo, unicorno del mare

Se ti è capitato di cercare su Google "delfino unicorno" o "orca con il corno", forse stavi cercando informazioni sul narvalo. Eccole, le hai trovate.

Pare che gli unicorni esistano, ma che non siano come li abbiamo sempre immaginati. Il narvalo, da molti definito l’unicorno dell’Artico, è infatti un cetaceo della famiglia dei Monodontidi che vive nelle acque del Mar Glaciale Artico, vicino alla banchisa polare che non abbandona mai. Il suo nome deriva dal norvegese narvhal, col significato letterale di “balena cadavere”, probabilmente in riferimento al colore pallido che questi grossi mammiferi marini assumono in età senile.

Negli esemplari più giovani la pelle è di color grigio-azzurro, mentre gli adulti hanno un manto macchiettato sul dorso e quasi bianco nella zona del ventre. Sulla fronte si ritrova una sola narice (o sfiatatoio) e una caratteristica protuberanza.

Qua la zanna!

Quella che distingue il narvalo (Monodon monoceros) dagli altri cetacei è infatti una zanna posizionata tra gli occhi. Ce l’hanno solo i maschi e funge da arma di difesa o di attacco, strumento di corteggiamento e organo respiratorio.

Anche se è a tutti gli effetti un dente, il narvalo non lo usa per infilzare prelibate prede marine: non sarebbe in grado di recuperare il pesce dalla zanna. La dieta del narvalo è dunque costituita da pesci come merluzzi, salmoni oppure polpi che trova nelle acque più profonde e che aspira senza dover masticare.

Pare che la zanna serva al narvalo anche per interagire con i propri simili e l’ambiente circostante. Da una ricerca pubblicata su The Anatomical Record, il dente del narvalo risulterebbe ricco di terminazioni nervose e aiuterebbe il cetaceo a sentire i cambi di temperatura e di salinità dell’acqua, e forse anche a trovare i compagni e le prede.

Gli unicorni del mare esistono davvero, ma come molte altre specie che vivono nelle zone artiche sono minacciati dai cambiamenti climatici e dall’inquinamento acustico, che disturba le loro comunicazioni e rende l'orientamento più difficile.