Dopo le curiose leggende sul panettone, è arrivato il momento di scoprire qualcosa in più sul secondo dolce natalizio dalla forma inconfondibile.
La prima differenza rispetto al panettone, quella che porta spesso i bambini a preferirlo, è l’assenza dei canditi. Mentre il panettone utilizza una farina più forte e il lievito madre, il pandoro sceglie una farina più debole, la 00, e si avvale anche del lievito di birra.
Il dolce di Verona, inoltre, aumenta la quantità di burro, aggiunge un tocco di aroma di vaniglia (vanillina) e porta con sé nella confezione il famoso zucchero a velo, che ne rende la superficie "innevata". Ultima differenza sta nella forma: tondo il panettone, a forma di stella a 8 punte il pandoro.
Sul dolce a forma di stella non si sono tramandate curiose leggende come per il “cugino” panettone. Qualcuno lo riconduce a un dolce descritto da Plinio il Vecchio ai tempi dell’Impero Romano.
Altri collocano le origini del pandoro intorno al 1200, quando è nato il “Nadalin”, dolce dall'impasto simile ma dalla forma più ambia e bassa, servito in occasione dei festeggiamenti natalizi della famiglia Della Scala, nobili veronesi.
In mancanza di testimonianze credibili, l’unica data certa che attesti la nascita dell’apprezzatissimo dessert è il 14 ottobre 1894. Quel giorno al Ministero dell’Agricoltura e del Commercio del Regno d’Italia si presentò un pasticciere veronese, con in mano un brevetto che parlava di un dolce morbido a forma di stella a 8 punte, disegnato da Angelo Dall’Oca Bianca.
A registrare la nascita della nuova ricetta fu Domenico Melegatti, l’iniziatore di una tradizione intramontabile.
Il 29 maggio 2018, dopo 124 anni di storia, il tribunale di Verona aveva dichiarato il fallimento di Melegatti, l’azienda dell’inventore del pandoro.
Facendo un piccolo passo indietro, si può capire quanto il popolo italiano sia orgoglioso delle proprie tradizioni. A ridosso del Natale 2017, quando erano già risapute le difficoltà economiche dello stabilimento dolciario, tantissimi clienti hanno fatto un piccolo gesto, acquistare un pandoro, che ha dato speranza ai 350 lavoratori della sede di San Giovanni Lupatoto.
Gli ostacoli purtroppo si sono rivelati troppo grandi e qualche mese più tardi l’azienda è stata costretta a chiudere i battenti.
La “favola" dello stabilimento dove sono stati sfornati i primi pandori della storia non poteva però finire così. La famiglia di industriali vicentini Spezzapria, rappresentata da Roberto e suo figlio Giacomo, ha deciso di acquistare all’asta l’azienda pochi mesi dopo il duro colpo.
I dipendenti hanno ritrovato il posto di lavoro già durante le feste del 2018. Un anno più tardi, in occasione dello scorso Natale, la Melegatti è tornata negli spot televisivi e nei canali social con grande successo, assumendo di conseguenza circa 200 nuovi dipendenti.
Non è solo la Melegatti, chiaramente, a produrre pandori in Italia, così come esistono centinaia di aziende, industriali e artigianali, che ci regalano il panettone per le feste natalizie.
La domanda è: chi vince questa partita, che potremmo definire il derby d’Italia natalizio? Piace più il pandoro o il panettone? Si vende più l’uno o l’altro?
Un sondaggio di Swg del 2017 fatto su un campione nazionale di maggiorenni rivela le preferenze basandosi su più classificazioni. Il 50% degli uomini preferiva il panettone, contro il 33% del pandoro. Tra le donne il gap si vedeva decisamente ridotto: 43% panettone, 41% pandoro.
Per quanto riguarda il territorio, partendo dal Nord-Ovest (dove è nato il panettone) si registra: il 51% preferisce il dolce tondo, il 35% quello a stella. A Nord-Est i sondaggi danno in testa il pandoro: 46% di preferenze contro il 43% del panettone. Il Centro Italia sembra essere la patria del dolce milanese, che domina al 53% contro il 35% del pandoro. Al Sud le percentuali scendono (ma non troppo), perché alcune preferenze vanno ai tipici dolci natalizi locali: 38% il panettone, 33% il pandoro.
Non servono molti calcoli, il dolce nato a Milano primeggia senza troppe difficoltà.
Sulle vendite, sempre basandosi su dati del 2017 forniti da Aidepi (Associazione delle industrie e del dolce della pasta Italia), rimane in testa il panettone: circa 245 milioni di euro di fatturato contro i 224 del pandoro.
L’analisi ha portato alla luce anche il gradimento di nuove categorie di prodotti, i cosiddetti panettoni e pandori “speciali”. Vengono aggiunti alla ricetta classica ingredienti di ogni tipo (gelato, crema di pistacchio o nocciola, glasse di crema, mandorle ecc). In questa seconda partita il “povero” pandoro riesce a spuntarla, con il 6% di preferenze contro il 3,5% del panettone.
1 a 1 palla al centro.