Si trova nell’Oceano Pacifico, tra le Hawaii e la California, l’emblema dell’inquinamento dei mari: un ammasso galleggiante di circa 100000 tonnellate di rifiuti, composto per il 99.9% da plastica.Un’isola grande quasi quanto l’Alaska, che continua a crescere con il deposito di nuovi materiali trascinati dalle correnti marine.
Diverse organizzazioni sono attive nella sensibilizzazione a questo fenomeno, recandosi sul posto per raccogliere quanta più immondizia possibile.La Ocean Cleanup, ad esempio, nel 2019 ha iniziato a sperimentare un sistema innovativo che ha permesso di rimuovere dalle acque la spazzatura in superficie, ma la strada è ancora lunga.
Alex Bellini, esploratore italiano, è uno dei più decisi attivisti su questo tema.
Nel 2017 ha lanciato il suo progetto Ten Rivers One Ocean (Dieci fiumi, un oceano), con l’obiettivo di percorrere su una barca a remi i dieci fiumi più inquinati al mondo. L’approdo finale era previsto proprio su “l’isola di plastica”, il punto d’incontro delle correnti dei dieci fiumi.
Il quarantaduenne, originario di Aprica, ha affermato di conoscere un unico responsabile del disastro ambientale in cui si è immerso: l’uomo.
Essendo lontana dai nostri occhi, l’isola di plastica ci sembra un problema remoto, che non ci toccherà personalmente e che comunque “ci sarà chi se ne occupa”. E’ proprio per cambiare questo tipo di mentalità che nascono campagne come quella di Alex Bellini: solo conoscendo ciò che ci sta intorno possiamo prendercene cura.
“L’isola” conta circa 1.8 trilioni di pezzi, corrispondenti a circa 250 pezzi di plastica per cittadino del mondo. Smaltendo correttamente la plastica e servendosi di materiali compostabili o riutilizzabili dove possibile, ognuno di noi contribuirà a permetterci un futuro. Perché è di questo che si tratta: le microplastiche (il 94% dei rifiuti del Pacific Trash Vortex) sono talmente piccole che vengono ingerite dagli abitanti del mare, inclusi quelli che finiscono sulle nostre tavole.
Per cambiare occorre un processo lungo e faticoso, che dovrà coinvolgere sia le grandi organizzazioni che i singoli cittadini. Fortunatamente possiamo godere di esempi virtuosi che tracciano la strada verso un futuro più sostenibile.
Chiudiamo con una frase pronunciata da Alex Bellini alla fine della sua esperienza, un vero e proprio appello: “Bisogna che cambino le persone, non si può pensare di cambiare il mondo se non cambia chi ci vive”.