La birra bio

Partiamo dal concetto di agricoltura biologica: secondo la Federazione Internazionale dei Movimenti per l’Agricoltura Biologica, gli obiettivi sono quelli di salvaguardare la naturale fertilità dei terreni, promuovere le risorse locali e la biodiversità, ridurre o eliminare del tutto fonti di inquinamento e produrre alimenti di elevata qualità, seppure in quantità minori.

Nella pratica, questi obiettivi vengono perseguiti soprattutto evitando i prodotti di sintesi per la fertilizzazione del suolo e per la lotta ai parassiti, sostituendoli con alternative naturali o altri metodi tradizionali, ad esempio con la rotazione delle colture.

Il bio in Italia

A partire dagli anni ’90 in Italia si è diffusa una certa sensibilità verso il consumo bio, più legato alla natura e alla cura dell’ambiente.

Questo vale anche per la birra, che deriva da prodotti agricoli quali il malto e il luppolo. La birra biologica è gustosa e profumata quanto quella tradizionale, con l’ulteriore vantaggio di essere più sostenibile per l’ambiente.

Per ottenere la certificazione, la birra deve contenere solo ingredienti da agricoltura biologica, inclusi eventuali additivi aggiunti, ad esempio, per favorire la maltazione. Le aziende devono prestare particolare attenzione anche allo stoccaggio e alla pulizia degli impianti: non è permesso il contatto tra materie prime biologiche e non.

L’agricoltura biologica non è di per sé garanzia assoluta di qualità, ma può valorizzare le peculiarità di un territorio e delle sue materie prime; tocca al mastro birraio, poi, comprendere le potenzialità di questi ingredienti e trasformarli in birre dal sapore unico e distintivo.

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