La montagna purificatrice

Le montagne occupano il 22% del nostro pianeta e sono da sempre viste come dei luoghi incontaminati, in cui poter “purificare” se stessi. Questa immagine è così diffusa che ha catturato negli anni l’attenzione di molti scienziati e ricercatori, favorendo lo sviluppo di studi interessanti. In particolare, ci concentreremo sui benefici che un’escursione in montagna può portare alla nostra salute.

Il sangue

L’alta quota è una medicina naturale per il sangue, in particolare per i globuli rossi.

Gli studiosi dell’ARC (Altitude Research Center) hanno prelevato un campione di 21 persone e hanno portato avanti una ricerca dettagliata di più settimane, per arrivare a dimostrare se ci fosse un nesso tra le alte latitudini e la qualità dei globuli rossi.

Gli individui oggetto di studio sono stati portati su un monte boliviano a 5300 metri di altezza.

Dopo una settimana sono stati riportati a bassa quota e le analisi non mostravano incrementi nel numero di globuli rossi prodotti. La scoperta infatti non è stata sulla quantità, bensì sulla qualità del sangue. E’ stato dimostrato che più si sale in alta quota più i globuli rossi incrementano la propria capacità di trattenere e trasportare l’ossigeno. Trascorsa un’altra settimana, le analisi hanno di nuovo dimostrato un miglioramento di queste capacità rispetto alle analisi precedenti l’escursione.

Per verificare in maniera ancora più pratica la scoperta, i ricercatori hanno ricondotto i volontari in alta quota e, percorrendo lo stesso percorso alla stessa altitudine, si è riscontrato una riduzione importante della fatica.

La preparazione atletica in alta quota

Le attività sportive che richiedono un’intensa attività aerobica sono le più interessate alle agevolazioni che l’alta quota può portare alla produzione di ossigeno.

Da alcuni decenni a questa parte infatti, diverse squadre scelgono di svolgere la preparazione atletica in zone montane.

Un altro motivo è che la resistenza dell’aria, ovvero l'insieme di forze che si oppongono al movimento di un corpo nell'aria stessa, diminuisce con l’aumentare della quota. Ciò comporta dei vantaggi nelle discipline sportive, perché parte dell'energia spesa per vincere la resistenza dell'aria può essere utilizzata per il lavoro muscolare.

E’ stato dimostrato che la montagna non è un toccasana solo per sportivi professionisti, ma può essere di grande aiuto sul piano psicologico, anche per persone che la frequentano per semplici passeggiate di piacere. Vediamone un esempio.

La ricerca sull’umore

Alcuni ricercatori dell’Università di Innsbruck hanno condotto uno studio sugli effetti di un allenamento prolungato e poco intenso sul grado di soddisfazione delle persone.

40 persone sono state sottoposte a dei questionari specifici sullo stato d’animo e i livelli d’ansia. Qualche giorno più tardi i soggetti hanno ripetuto i test, subito prima di partire per la prima delle tre attività proposte: rispettivamente un’escursione in montagna, una camminata sul tapis roulant, infine un meeting in una sala in cui si poteva liberamente accedere ai social, chiacchierare o leggere, rigorosamente da seduti.

L’escursione si è tenuta a ritmi buoni ma non eccessivi, infatti le persone, nell’intero arco di tre ore in cui hanno terminato il sentiero, riuscivano a parlare tra di loro senza troppa fatica.

Sul tapis roulant hanno riprodotto gli stessi ritmi, le stesse pendenze e la stessa durata dell’escursione.

Con l’ausilio dei cardiofrequenzimetri, è risultato oggettivamente più faticosa la camminata all’aria aperta rispetto a quella in palestra, ma quasi tutti i soggetti dello studio hanno dichiarato di aver percepito l’opposto.

Alla fine delle attività sono stati riproposti dei test sullo stato d’animo ed è stato dimostrato come i paesaggi, gli odori e i rumori del bosco siano degli ottimi elementi di miglioramento.Infatti, l'escursione si è posizionata al primo posto in relazione allo stato d'animo positivo, la camminata in palestra al secondo, ultima posizione invece per le ore di lettura, chat e chiacchiere tra i partecipanti.

Disconnessi

Nell’ultimo esempio non entriamo nei dettagli della ricerca, ma ci soffermiamo sulla condizione principale che gli esperti hanno voluto porre: l’assenza totale di dispositivi tecnologici.

Lo studio era incentrato sulla correlazione tra escursioni montane e aumento della creatività, ed i test hanno dimostrato una relazione del tutto positiva.

In particolare ciò che più è interessante è la considerazione in merito ai digital devices fatta dai ricercatori delle Università di Utah e Kansas: “l’esposizione all’ambiente naturale sembra avere un impatto sulla corteccia cerebrale pre-frontale la cui attività è associata alla creatività e al multitasking. Distaccarsi dagli oggetti tecnologici di ogni giorno come i telefoni e i social media permette al cervello di riposare e instaurare i processi di pensiero creativo”.

Non siamo quasi più in grado di recepire correttamente i milioni di messaggi e informazioni che ci giungono quotidianamente. Staccarsi da questi dispositivi, e farlo sfruttando l’aria pulita e stimolante della montagna, può sicuramente aiutare il nostro cervello a recuperare le piene capacità di elaborazione.