La vitamina C

La vitamina C, anche detta acido ascorbico, rientra insieme al gruppo B tra le vitamine idrosolubili, non accumulabili nell’organismo e quindi da assumere attraverso l’alimentazione.

La vitamina C: funzione

È una sostanza antiossidante, perciò viene aggiunta in diversi cibi come conservante. Reagisce con l’ossigeno presente nell’aria, impedendogli di combinarsi con altre molecole contenute negli alimenti e conservandone così l’aspetto, il gusto e il valore nutritivo. In seguito a questa reazione con l’ossigeno, l’acido ascorbico cambia struttura chimica e diventa inattivo. Né la forma attiva né quella inattiva sono tossiche e, comunque, vengono eliminate con le urine.

Un esempio della funzione anti ossidante è l’aggiunta del succo di limone (ricco di vitamina C) nella frutta fresca tagliata, poiché mantiene il colore degli alimenti, evitando che anneriscano.

L’acido ascorbico partecipa a diverse reazioni metaboliche e alla sintesi di amminoacidi, ormoni e collagene, la proteina che fornisce struttura al nostro tessuto connettivo.

La carenza di tale alimento essenziale può provocare scorbuto, una malattia che si manifesta con apatia, anemia, inappetenza. La mancanza di collagene, derivata dall’insufficiente assunzione di vitamina C, provoca inoltre sanguinamento delle gengive, caduta dei denti, emorragie sottocutanee, fragilità dei capillari e dolori muscolari.

Cibi indicati e controindicazioni

È presente in abbondanza nei cibi freschi, soprattutto frutta e verdura, e si deteriora a temperature elevate. È importante perciò consumare alimenti, come ad esempio arance, fragole, mandarini, kiwi, limoni, spinaci, broccoli, pomodori e peperoni, ancora crudi o comunque poco cotti, per poter beneficiare di acido ascorbico.

Un’eccessiva assunzione di vitamina C, provocata spesso da abuso di integratori, può favorire l’insorgere di calcoli renali. Può portare inoltre a sintomi qualimal di testa,bruciori di stomaco,vomito,diarrea,gastriteecrampi addominali, ma anchedebolezza,vertiginievampate improvvise di calore.

Lo studio sul raffreddore

Uno studio del 2013, condotto dai ricercatori Harri Hemilä ed Elizabeth Chalker, dimostra che la vitamina C è utile contro il raffreddore comune. Sono stati presi in esame cinque differenti studi clinici, di cui quattro hanno dato riscontro positivo. In particolare si è visto che, dosi di vitamina C pari a un grammo o superiori hanno ridotto la durata del raffreddore negli uomini (18% per gli adulti, 8% per i bambini) , ma non avrebbe avuto lo stesso effetto sulle donne.

Gli studiosi hanno quindi scoperto che la vitamina C può essere benefica, ma ricordano di non esagerare nell’assunzione quotidiana per evitare effetti collaterali: un grammo al giorno è sufficiente.