Le birre che vengono dal pane

Cerchiamo di mangiarlo prima che si secchi, altrimenti troviamo alternative per non sprecarne neanche un po’. Si può mettere il pane in forno e farne una “bruschetta”, oppure nel microonde per ammorbidirlo. In Toscana il pane raffermo è l’ingrediente principale di una delle migliori ricette della tradizione: la pappa al pomodoro.

C’è però una parte del pane prodotto di cui non possiamo occuparci direttamente, quello invenduto rimasto sugli scaffali. I supermercati non possono, per legge, vendere né donare il pane a scopo di consumo dopo la scadenza.

Sono però nate delle idee virtuose che non solo permettono di non sprecare un bene prezioso come il pane, ma riescono a trasformalo in gustose birre!

La 166

Da una di queste idee è nato un progetto dal nome particolare. È stato portato avanti nei pressi di Cosenza dall’associazione “Io Potentino ONLUS” e dal birrificio “Basilica di Potenza”. La bevanda ottenuta si chiama “166”, riferitaalla legge 166 del 2016, detta “legge Gadda”. Un provvedimento che mira a eliminare gli sprechi nell’intera catena (produzione, distribuzione, somministrazione) di prodotti alimentari, ma anche farmaceutici e di altri settori.

Nel capoluogo lucano erano stati istituiti i cosiddetti “Magazzini Sociali”: centri volti ad assistere le persone meno abbienti attraverso la distribuzione di prodotti invenduti alle fasce più deboli della popolazione. 166 può essere considerato un “micro-progetto” inserito nel più ampio “Magazzini Sociali”.

L’obiettivo di “Io Potentino Onlus” è di non fermarsi alla birra, bensì trasformare sempre più prodotti invenduti in nuovi alimenti: un ottimo esempio di economia circolare che deve servire da modello per il nostro Paese.

Toast Ale

In Inghilterra un'iniziativa simile era già stata realizzata qualche anno prima, nel 2016. L’attivista Tristam Stuart ha chiesto aiuto allaHackney Brewery per produrre la prima birra “fatta dal pane” della Gran Bretagna. Stuart è partito da un dato sconvolgente: il 44% del pane prodotto in Gran Bretagna viene gettato via, per uno spreco totale di 15 milioni di tonnellate l'anno!

La Hackney ha iniziato allora a raccogliere la merce invenduta di panetterie e gastronomie, per poi passare alla lavorazione. Il pane viene tagliato a fette e tostato (da qui il nome Toast Ale), poi spezzettato in grosse molliche e messo nel fermentatore insieme ai classici malto, luppolo e lieviti.

Sapore? I consumatori parlano di sentori di caramello ottenuti dal “contatto” tra pane tostato e luppolo amaro.

Le virtù di tale progetto non sono finite qui: tutti i guadagni sono stati devoluti in beneficienza, in particolare all’associazione “Feedback”, impegnata attivamente nel combattere gli sprechi alimentari.

Biova

Tornando nel Belpaese e spostandosi leggermente più a nord rispetto alla Basilicata, si può trovare un’altra birra proveniente dal pane.

Biovaproject è una start up nata in Piemonte appositamente per il recupero della merce invenduta e ha avuto la capacità di produrre birra senza affidarsi a birrifici. Gli ideatori hanno voluto rendere il progetto il più possibile sostenibile, perciò stanno lavorando inizialmente solo con i panifici situati nei pressi dei luoghi di produzione. Ciò chiaramente elimina l’impatto ambientale che deriverebbe dai trasporti.

La nuova birra si chiama “Biova”, in riferimento alla famosa pagnotta piemontese.

Mugello e Bologna

Toscana e Emilia Romagna vengono rappresentate per questo nuovo prodotto dalla “Birra di Pane del Mugello”, realizzata dal birrificio Corzano di Barberino, e dalla “Fornara” di Bologna. Per la produzione della prima, i birrai sostituiscono il 30% di malto con il pane, ottenendo una birra chiara e fresca. A Bologna viene invece realizzata una “Golden Ale artigianale”, prodotto vincitore del premio “Innovatori responsabili 2019”.

Nel mondo diversi produttori di birra stanno sperimentando la nuova ricetta, capace di offrire una bevanda dal gusto alternativo, e soprattutto di rispettare l’ambiente mettendo in atto l’economia che il mondo intero attende in diversi settori: la circolare, senza sprechi.