Letargo? No grazie!

Se non ha bisogno di andare in letargo, come fa il cervo a sopravvivere al lungo inverno? Scoprilo qui.

Stazza imponente e corna a dir poco sceniche: sarà per questo che vengono chiamate “palco”? Le hanno solo i cervi maschi che, ogni anno, le perdono in inverno per averne un nuovo paio – più ramificato e robusto – in primavera. Ma oltre alla perdita del palco, cosa succede d'inverno ai cervi?

No esatto, niente letargo per loro, come per altri mammiferi quali volpi e conigli, e rapaci come civette e gufi. Se questi esemplari iniziano a ispessire la pelliccia o il piumaggio, ai cervi basta (se così si può dire) ridurre il proprio metabolismo per far fronte alla scarsità di cibo ma anche alle rigide temperature del periodo invernale.

Con le nuove tecnologie i biologi sono stati finalmente in grado di svelare il mistero dietro questa innata capacità di sopravvivenza dei cervi. Da uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Vienna è emerso che l’animale riduce il proprio fabbisogno energetico a prescindere dalla quantità di cibo ingerita. Spostandosi a valle, infatti, i cervi continuano a disporre del cibo necessario a superare l’inverno ma attingendo a un menù composto principalmente da fibre vegetali grezze, poco calorico e più facilmente digeribile. Questo per disperdere meno energie possibili mediante la digestione e, anche quando la frequenza cardiaca scende a meno di 30 battiti al minuto, garantire tutte le funzioni vitali. Anche dunque se questi adattamenti fisiologici sono simili a quelli di un animale che va in letargo, i cervi non cadono in un sonno di vari mesi ma passano in una modalità di risparmio energetico che può durare dalle otto alle dieci ore giornaliere.

Durante questo letargo-attivo è importante non interferire con l’alimentazione del cervo, animale selvatico che gira libero lungo crinali e valli di Alpi e Appennini. Chi lavora in un centro faunistico saprà infatti che bisogna evitare di fornirgli mangimi ad alto contenuto energetico perché, altrimenti, l’animale penserebbe di essere già nella stagione calda – dove la sua dieta si arricchisce di grassi e proteine vegetali – e il suo riposo si interromperebbe.

Con un peso che si aggira fra gli 80 e i 200 kg, il cervo è il più grosso erbivoro selvatico nel quale potremmo mai imbatterci. I branchi sono composti da esemplari di ogni sesso ed età, e sono solitamente guidati (come nel caso degli elefanti) da una femmina adulta. A seconda della stagione il cervo non cambia solo abitudini alimentari ma anche colore del mantello, passando dal grigio-bruno dell’inverno al rossastro dell’estate. Forse non lo sapevi ma i suoi comportamenti invernali sono molto simili a quelli dello stambecco, un altro ungulato che popola le Alpi e che è simbolo di uno dei parchi più rinomati e preziosi del nostro paese: seguici per scoprire di più in uno dei prossimi articoli!