Mio figlio non mangia!

“Dottore, mio figlio non mangia nulla”: quante volte se lo sente ripetere ogni pediatra. Eppure, secondo i più recenti dati del Ministero della Salute, circa un bambino su tre tra gli otto e i nove anni in Italia è in sovrappeso o addirittura obeso. C’è qualcosa che non torna…

Un problema del bimbo o dei genitori?
Purtroppo l’immagine del bambino pacioccone e grassottello a testimoniare della sua salute è uno stereotipo non ancora superato. Per prima cosa, quindi, di fronte a quella che a noi genitori sembra eccessiva inappetenza ci si deve chiedere se si tratti solo di una nostra idea o se effettivamente il bambino mangi troppo poco. La maggior parte delle volte è valida la prima ipotesi: il bimbo mangia quanto gli basta, anche se a noi pare di no. Non dobbiamo dimenticare che il bambino non è un “piccolo adulto”: le sue esigenze nutritive sono molto diverse dalle nostre e possiede una naturale capacità di regolarsi che dobbiamo cercare di rispettare. L’importante non è che finisca i piatti di pasta che gli proponiamo o che mangi tutta la bistecca, ma piuttosto che la sua crescita proceda con i giusti ritmi a giudizio del pediatra.

Quando il problema esiste davvero
Detto questo, va ricordato che i casi in cui i bimbi mangino davvero troppo poco comunque esistono e bisogna saperli affrontare. È il pediatra che, osservando le curve di crescita, può stabilire quali controlli effettuare, ma è possibile dare delle indicazioni valide in generale, che possono comunque aiutare a migliorare la situazione e a considerare il problema in modo più rilassato.

Un momento piacevole
Innanzitutto è fondamentale che il pranzo e la cena (o almeno uno dei due) costituiscano davvero un momento importante della vita familiare e siano vissuti insieme, con piacere. Il bambino, ogni tanto, dovrebbe poter partecipare alla preparazione delle ricette che poi si porteranno a tavola, magari aiutando a preparare una bella macedonia di frutta. A tavola, poi, cerchiamo di evitare non soltanto la televisione, ma anche quei discorsi che “fanno passare la fame”: non è la cena il momento dei rimproveri per la scuola o delle discussioni accese tra mamma e papà.

Un menu per tutti
È anche importante che siano chiari i ruoli. È sbagliato chiedere abitualmente a un bambino: “cosa vuoi che ti prepari?”. È compito degli adulti sapere di cosa ha bisogno e decidere il menu: delegare a lui questa scelta significa disorientarlo e perdere credibilità nel nostro ruolo di adulti guida. È anche opportuno che le portate siano le stesse per tutti: cambiano le porzioni. Se poi il bimbo si dichiara sazio, è meglio non forzarlo a mangiare perché così facendo si corre il rischio di scatenare una sorta di sfida tra genitore e figlio: del resto saltare un pasto ogni tanto non ha mai fatto male a nessuno!

Cosa non fare?
Le promesse di premi, o al contrario le punizioni e i ricatti, a lungo andare non pagano e contribuiscono al contrario a instaurare un rapporto comunque sbagliato col cibo e generano stress nel bambino. La cosa migliore è mostrare una giusta fermezza, in modo che il bimbo non abbia la sensazione di poter fare tutto ciò che vuole, unita però a una buona dose di comprensione, così che percepisca anche il rispetto delle sue scelte. Può dare buoni risultati lo stabilire delle regole chiare di comportamento: "devi mangiare almeno metà di quello che hai nel piatto" oppure "mangia due, a tua scelta, tra le cose che ti metto in tavola".

E in tavola?
Le pietanze più adatte ai bambini sono semplici, moderatamente condite, abbastanza agevoli da masticare (la carne per molti bimbi è una tortura e non è affatto indispensabile per una crescita sana), né troppo calde né troppo fredde. Un alimento impegnativo da far assumere ai piccoli è la verdura: meglio scegliere ortaggi naturalmente un po’ dolci come le carote e le zucchine o neutri come i piselli e i finocchi. Il momento buono per proporla è all’inizio del pasto, quando il bambino ha più fame ed è più disposto ad accettarla, senza dimenticare che anche la preparazione conta: la croccantezza di carote e finocchi in pinzimonio piace molto di più della consistenza molliccia che acquisiscono da cotti, mentre per le verdure da consumare cotte, polpettine e crocchette sono un’ottima soluzione.

Infine: l’esempio
Nessun bimbo mangerà di gusto se i genitori stessi considerano il cibo un obbligo più che un piacere. È provato che nelle famiglie in cui gli adulti mangiano frutta e verdura abitualmente, anche i bimbi le accettano più facilmente. Insomma, i bambini apprendono molto per imitazione e il buon esempio che viene dai genitori è il riferimento più importante.