Miti, cardi e leggende

Apprezzati sin dall’età romana, i cardi o carciofi selvatici sono piante dalle fattezze molto caratteristiche. Presentano infiorescenze di un intenso colore violaceo, e il loro gambo è solitamente ricco di spine. I cardi sono utilizzati in molte ricette tradizionali in Abruzzo, Molise e Piemonte, a cominciare dalla famosa bagna cauda. Ma oltre alla cucina, queste piante trovano posto all’interno di miti e leggende che ne giustificherebbero le origini e le ispide fattezze.

Il cardo benedetto

Secondo un’antica tradizione popolare, il cardo mariano (varietà erbacea utilizzata per produrre distillati e decotti) sarebbe il simbolo dell’amore. Proprio in Abruzzo si narra di come le giovani donne fossero solite strappare un cardo per scoprire le sorti della propria vita matrimoniale. Dopo aver bruciacchiato la testa della pianta raccolta, le si immergeva il gambo in un bicchiere per tutta la notte. Se il mattino seguente il cardo “rinveniva”, la ragazza avrebbe trovato presto marito.

Le lacrime della natura

Alla morte del pastore siciliano Dafni, la Terra soffrì così tanto da far fiorire una pianta piena di spine: il cardo. Simbolo della vita pastorale e inventore del canto bucolico, questa avvenente figura mitologica nasce dall’unione di Ermete con una Ninfa. Il dio Pan gli insegna a suonare abilmente la zampogna, diventando presto una figura molto amata da uomini e divinità.

L’emblema della Scozia

Quello che per alcuni è simbolo di dolore, è per altri sinonimo di nobiltà. Agli inizi del XVI secolo il cardo divenne parte dello stemma reale della Scozia a seguito di una singolare leggenda. Questa narra che, intorno all’anno Mille, un gruppo di vichinghi tese un’imboscata a un accampamento scozzese. Gli invasori si tolsero i calzari per avanzare silenziosi, ma quando uno di loro calpestò un cardo selvatico, le sue urla svegliarono gli scozzesi. Allora questi riuscirono ad organizzare un contrattacco. Nel 1470, durante il regno di James III, furono coniate monete d’argento recanti proprio il disegno di un cardo. Oggi questa pianta non è solo la protettrice del paese, ma è chiaramente riconoscibile in loghi e stemmi.