Nuova vita al mozzicone

I mozziconi di sigaretta vanno gettati nella raccolta indifferenziata. Non per terra, non nel tombino.

Nel 2016 è entrata in vigore una normativa nazionale, che prevede sanzioni da 30 a 300 euro per chi abbandona i mozziconi di sigaretta a terra o in acqua. Questa abitudine, purtroppo assai comune, non comporta solo un disagio estetico, insozzando luoghi di interesse culturale o naturale: il filtro, infatti, contiene diversi derivati della combustione e sostanze sintetiche tossiche per l’ambiente, come l'acetato di cellulosa.

L'impatto ambientale

È facile che un mozzicone venga scambiato per un verme da parte di uccelli e pesci, che finiscono per ingerirlo, danneggiando anche eventuali animali che se ne ciberanno, incluso l'uomo.

I mozziconi, inoltre impattano sullo sviluppo delle piante, come dimostrato da uno studio pubblicato su Ecotoxicology and Environmental Safety, condotto da alcuni ricercatori della Anglia Ruskin University.

Sono state testate due specie di piante, comuni nei parchi urbani, a contatto con i filtri di sigaretta: dopo tre settimane i risultati hanno mostrato una riduzione dal 10 al 28% della germinazione e del 13% nella crescita della parte vegetativa della pianta. La massa delle radici era dimezzata.

Il fine-vita di un mozzicone

In condizioni di temperatura e umidità considerate normali (né troppo caldo né troppo freddo), un mozzicone impiega dai 5 ai 12 anni per degradarsi.

Secondo uno studio dell’Università Federico II di Napoli, sono circa 10 miliardi di mozziconi di sigaretta che ogni giorno vengono abbandonati nell’ambiente.

Numeri impressionanti se rapportati ai danni che abbiamo appena menzionato.

Esistono delle soluzioni?

Da scarto a risorsa

Negli ultimi anni diverse attività commerciali, ma anche alcuni comuni e semplici condomini, si sono dotati di specifici raccoglitori per mozziconi, rendendo le strade più pulite e riducendo l’inquinamento ambientale.

Questa non è però una soluzione definitiva: si tratta comunque di rifiuti non riciclabili che si accumuleranno nelle discariche. Diverse aziende impegnate nella salvaguardia dell’ambiente ne sono consapevoli e hanno approvato progetti innovativi per promuoverne il riciclo.

Un esempio virtuoso, presentato agli inizi del 2020, viene dalla nostra penisola.
Il comune di Capannori (in provincia di Lucca), in collaborazione con l’Università di Pisa e altre tre organizzazioni, si è posto l’obiettivo di trasformare i mozziconi in substrato inerte per la coltivazione di piante e arbusti ornamentali.

Le “cicche” dei cittadini del comune verranno raccolte e trattate separando i materiali che le compongono, quindi verranno trasformate in una base biodegradabile per concimare il verde pubblico.
La seconda fase del ciclo di smaltimento prevede l'utilizzo di alcune micro-alghe, che dovrebbero trasformare i residui in biomassa destinata alla produzione di energia.

LaTerraCycle Inc. è un'azienda di Toronto già attiva dal 2013 che, in collaborazione con la città di Vancouver, si sta impegnando pertrasformare l’acetato di cellulosa presente nei filtri in materiale plastico per l’imballaggio del legno, il bene più lavorato nel Paese.

La nostra parte

Come cittadini fumatori, il primo contributo che possiamo dare è non gettare i mozziconi a terra. Non occorrono grandi sacrifici: basta munirsi di uno dei portaceneri tascabili ormai disponibili in grandi quantità per raccogliere i mozziconi in assenza di un cestino, per poi gettarli nel cestino alla prima occasione. In mancanza di questi comodi gadget, possiamo utilizzare un qualsiasi contenitore vuoto, che sia un pacchetto di chewing gum, una bottiglia o una lattina, da svuotare nell'indifferenziata e smaltire in base al materiale di cui è fatto.

Importante poi far notare il problema ai fumatori meno attenti: l'attenzione di un singolo può fare una grande differenza se pensiamo che bastano 6 sigarette al giorno per accumulare 2190 filtri l'anno.