Perché visitare Parma

Culla di capolavori artistici di pregio, trasversali per epoche storiche, Parma è la terra del buon cibo e del bel canto, appaga tutti i cinque sensi e regala una magica atmosfera. Dall’arte alla musica, passando per la degustazione di parmigiano, prosciutto crudo e ottimo vino, Parma è la meta ideale per un fine settimana di fine estate.

Tappa d’obbligo la città, con i suoi monumenti e bellezze artistiche segno delle signorie che si sono succedute in città, dai Farnese ai Borbone. Bellissimo il Duomo, il Battistero, la chiesa di Santa Maria della Steccata e il Palazzo della Pilotta. Incantevoli i teatri e pregevoli le opere d’arte della Galleria Nazionale.

Consigliatissima, però, anche una visita nella bassa parmense, che in questo periodo dell’anno dà il meglio di sé, regalando panorami da cartolina e prelibatezze tutte da gustare, in quella fascia di terra che dal Po raggiunge l’Appennino.


Il battistero dell'Antelami

In Piazza Duomo, a fianco della Cattedrale, sorge, imponente ed elegante, il Battistero di Parma (nella foto di copertina). Monumento di rara bellezza, è tra i più affascinanti e noti d’Italia.
È il capolavoro di Benedetto Antelami, che diresse l’opera e realizzò quasi per intero la mirabile decorazione plastica dell’edificio. Di forma ottagonale, per suggerire l’unione tra terra e cielo, la sua costruzione iniziò nel 1196, e si concluse solo molti anni dopo, a causa di una serie di liti politiche tra i committenti e Verona, che fornì il marmo.
All’esterno, l'edificio è completamente in marmo rosa, mentre all’interno ci sono dei bellissimi altorilievi che rappresentano il ciclo dei mesi e delle stagioni. Da ammirare anche la cupola, decorata con figure di santi.

Tradizione enogastronomica

Parma è il tempio dell’enogastronomia. I nomi culatello di Zibello e prosciutto di Parma sono due biglietti da visita che parlano da soli. È il maiale a farla da padrone sulle tavole parmensi, al punto che a novembre al nobile animale è dedicata persino una sagra, che ogni anno attira - nel complesso delle sue 4 tappe a Sissa, Polesine Parmense, Zibello, Roccabianca - oltre 100mila persone. Parma, però, non è solo prosciutto e salumi. Basti pensare al formaggio che tutto il mondo ci invidia, il Parmigiano Reggiano.

Le eccellenze gastronomiche parmensi vengono inoltre esaltate dalle sapienti mani delle “rezdore”, vere cuoche che sanno creare piatti insuperabili, come paste ripiene, lessi, stracotti e dolci casalinghi capaci di conquistare chiunque. Insomma, la tradizione gastronomica a Parma e dintorni permette di fare un’esperienza sensoriale che non può deludere. E, per concludere il pasto, un caffè accompagnato da una violetta candita.

I vini

I vini di questa fetta d’Italia assomigliano molto agli Emiliani: sono schietti e frizzanti! I Colli Piacentini sono la patria del Gutturnio, un rosso prodotto sia in versione mossa sia in versione ferma: nel primo caso si tratta di vini spumeggianti, da bere giovani, insieme ai salumi locali, nel secondo sono vini più strutturati, accompagnano lasagne, paste al ragù e arrosti.
Molto interessante è anche la produzione di vini bianchi rifermentati in bottiglia da uve malvasia e di vini passiti, tra i migliori d’Italia. Le province di Parma, Reggio Emilia e Modena sono rinomate per la produzione di Lambrusco, un vino tornato di moda per la sua piacevolezza e versatilità in tavola, mentre la tipologia più identificativa dei Colli Bolognesi è il Pignoletto Frizzante, ottimo al momento dell’aperitivo o insieme al fritto di pesce.