La giusta percezione
Il problema più grave che può affliggere una persona? Quello che non sa di avere. Questo vecchio detto popolare vale particolarmente quando si parla di sovrappeso e obesità dei bambini.
I dati del sistema di sorveglianza nutrizionale “OKkio alla SALUTE”, promosso dal Ministero della Salute, parlano chiaro: in Italia il 49% delle madri dei bambini in sovrappeso e il 13% delle madri di bambini obesi considerano normale il peso del proprio figlio. Sempre la stessa indagine nazionale riferisce che il 75% delle mamme di bambini in sovrappeso e il 53% di quelle di bimbi obesi pensano che la quantità di cibi assunta dal proprio figlio sia giusta.
Vittime di un vecchio retaggio culturale, troppe mamme e papà identificano ancora l’immagine della salute con un aspetto paffuto e cicciottello, mentre è proprio il contrario: un bambino sano ha un fisico proporzionato e giustamente asciutto.
Un rischio per la salute
È importante prevenire da subito il sovrappeso infantile perché i bambini che pesano troppo hanno più probabilità di mantenere le stesse condizioni anche da adulti, con maggiori rischi per la salute soprattutto rispetto ai disturbi cardiocircolatori e al diabete. In particolare, nei primi due anni di vita l’eccesso alimentare causa un aumento di volume delle cellule di grasso (ipertrofia) e determina anche un aumento del loro numero (iperplasia): in pratica il fisico si arricchisce di cellule adipose che nemmeno da adulti sarà possibile ridurre nelle dimensioni e nel numero, dovendo perciò rassegnarsi a lottare contro una maggiore predisposizione all’accumulo di peso. Intervenire durante l'età evolutiva è di fondamentale importanza e la famiglia oggi può fare davvero molto in termini di prevenzione, attraverso l’educazione alimentare e la promozione di uno stile di vita attivo.
La naturale saggezza dei neonati
Considerando il comportamento di molti neogenitori, non è difficile individuare un “errore” iniziale comune e fondamentale, che determina poi una serie di altri comportamenti sbagliati: mamme e papà vivono in modo troppo ansioso l’alimentazione dei loro piccoli, spingendoli a mangiare più di quanto sia necessario. Sarebbe invece importante tenere in considerazione quella che è una “naturale saggezza” dei neonati: alla nascita sono istintivamente capaci di riconoscere i loro bisogni e di autoregolarsi per soddisfarli. Mangiano quando hanno fame e sono capaci di dare evidenti segnali di sazietà quando la fame è soddisfatta. Forzarli a mangiare quando non sentono l’appetito è un grave errore che rischia di alterare anche i naturali meccanismi che regolano gli stimoli della fame e della sazietà, con rischio di abituare i bambini a mangiare troppo rispetto alle loro necessità.
Proteine senza esagerare
Il piccolo si sa regolare meglio sulla quantità di calorie da assumere, piuttosto che sulla qualità dei nutrienti (nell'autoregolarsi non fa grossa distinzione tra le calorie fornite da proteine, zuccheri o grassi). Su questa base per troppi anni si è portato avanti un errore fondamentale: sapendo che le proteine sono necessarie per costruire i tessuti dell’organismo e considerando la rapida crescita dei piccoli, si tendeva a somministrare una gran quantità di sostanze proteiche in forma di carne, pesce, uova, formaggi, soprattutto durante lo svezzamento. Ormai da qualche anno si è visto che proprio l’eccesso di proteine, soprattutto nel primo anno di vita, è una delle cause fondamentali che predispongono al sovrappeso e all’obesità anche nell’età adulta. Carne, pesce, uova sì, ma in quantità molto moderate: una pappa proteica al giorno durante lo svezzamento è più che sufficiente, e non è assolutamente necessario (anzi è sconsigliabile) aggiungere il formaggio grana alle pappe, come invece si faceva una volta.
Da 1 a 3 anni: le giuste porzioni
Considerando tutto quello che si è detto, è evidente che oltre alla qualità (non troppe proteine) di ciò che si dà ai bambini è importante considerare anche la quantità. Il “piatto” rimane per molte mamme l’unità di misura della salute alimentare dei figli. Così, se non mangia il “piatto di pasta” il piccolo non può star bene, e c’è solo da intristirsi se, nonostante l’insistenza, non svuota il “piatto di carne”. Ma il bambino non è un piccolo adulto: dieci fusilli soltanto, con un filino d'olio, danno già oltre 130 calorie che rappresentano più del 10% di tutto quello che occorre nella giornata a un bambino di 2 anni. Se a questo aggiungiamo tre piccole ciliegine di mozzarella (150 calorie e ben 11 grammi di proteine, che sono più della metà di quelle che servono nella giornata), ci rendiamo conto di come nell'età compresa tra 1 e 3 anni i bambini abbiano davvero bisogno di poco.
Puntare su verdura e frutta
Non esistono alimenti di per sé “ingrassanti”, da vietare assolutamente ai bambini: ce ne sono alcuni da moderare e limitare al minimo, ma la totale proibizione ottiene in genere l’effetto di ingolosire di più e radicare nella testa dei piccoli il desiderio di trasgressione. Detto questo, è giusto invece cercare con ogni mezzo di favorire il consumo di altri alimenti importanti per le sostanze protettive che forniscono, cosiddetti “a bassa densità calorica”, perché danno poche calorie pur saziando per il loro volume. Si tratta in particolare di verdura e frutta, delle quali andrebbero consumate idealmente cinque porzioni ogni giorno. Soprattutto la verdura non è generalmente tra gli alimenti più graditi ai piccoli, ma i modi per renderla più simpatica non mancano: proporla all’inizio dei pasti in forma di sfizioso pinzimonio, tenerne di pronta in frigo già pulita per soddisfare il desiderio di cibo con freschi spuntini nella giornata, utilizzarla come ingrediente di sformati e torte, salate ma anche dolci.
Da 3 a 10 anni: a scuola di alimentazione
Superati i primi tre anni, la strategia più efficace per favorire lo sviluppo di un sano rapporto con il cibo è puntare sull’educazione alimentare, attuata a scuola e in famiglia. Alcuni consigli in proposito:
• Dare il buon esempio: i bambini apprendono per imitazione dagli adulti. Diverse ricerche hanno dimostrato che dove i genitori mangiano molta verdura anche i figli sono più disponibili a consumarla.
• Dare importanza alla prima colazione. È fondamentale, perché dal primo pasto del mattino dipende tutto il ritmo alimentare della giornata (molti studi hanno dimostrato che la maggior percentuale di obesi si ha proprio tra chi, per abitudine, salta la prima colazione).
• Mangiare tutti insieme, rilassati e senza accendere la televisione. È bello ed è sano: si raggiunge più facilmente la sazietà e si digerisce meglio.
• Evitare i fuori pasto. Quanti genitori concedono ai figli qualsiasi merenda, snack salato o bibita gassata, pur di vederli mangiare qualcosa? Sbagliato! Questi prodotti, proposti generalmente fuori pasto, rovinano l’appetito e sballano il ritmo dell’alimentazione. Inoltre, forniscono calorie “vuote” che non si associano a nutrienti utili. Come se non bastasse, rubano il posto al consumo di cibi più sani, come la frutta e la verdura.
Movimento!
Infine, una considerazione importantissima: non ha senso puntare solo sul cibo per contrastare il sovrappeso nei bambini, anche il movimento gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione. La corsa, i giochi all’aperto, l’attività fisica in generale, sono tutti elementi essenziali per la formazione e lo sviluppo del fisico. Purtroppo il gioco libero di movimento è oggi sempre più spesso sostituito da un’attività fisica rigidamente organizzata, con spazi molto limitati durante la settimana, mentre nel resto del tempo a farla da padrone sono altre abitudini decisamente meno sane, prima tra tutte la quantità di ore assolutamente esagerata passata di fronte a televisione e videogiochi.