Se il tuo pet va in letargo

Se il tuo animale domestico va in letargo

Prima di capire come comportarsi nel caso in cui il nostro animale domestico andasse in letargo, è importante sapere come funziona in natura questo momento di “riposo” e a cosa serve.

Cos’è il letargo?

Per alcuni mammiferi e alcuni animali a sangue freddo, il letargo è una funzione biologica - nonché una strategia adattativa - che consiste nelridurre al minimo le proprie funzioni vitali. La temperatura corporea si abbassa, così come il battito cardiaco, e si riduce l’attività metabolica. Questo “risparmio energetico” permette di sopravvivere alle rigide temperature invernali, fino all’arrivo della primavera. Insomma, il detto recita «Chi dorme non prende pesci», ma nel caso degli animali «non prende freddo».

Questo stato di riduzione dei processi vitali è definito tecnicamente“quiescenza”, e permette all’acqua contenuta nel sangue dell’animale di non congelare, anche a temperature molto rigide. In questo modo, il flusso di sangue continua lentamente a scorrere, garantendo la sopravvivenza delle cellule e degli organi.

Quali animali vanno in letargo?

Con l’arrivo delle temperature rigide, sono diverse le specie ad andare in letargo, ma non tutti gli animali hanno la capacità di prendersi questa “lunga pausa”: soprattutto se si tratta di animali domestici nati in cattività.

Gli animali più famosi per il loro letargo sono i ricci e i ghiri, in grado di dormire arrotolati su se stessi per ben sei mesi! Ma il letargo è tipico anche di animali come orsi, procioni, talpe, pipistrelli, tassi, marmotte, moltetartarughedi terra o acquatiche e anche di alcuni roditori.

Come comportarsi se il nostro animale domestico va in letargo?

Molte tartarughe, alcuni roditori e altri piccoli animali domestici hanno bisogno di questo prolungato pisolino invernale. Può capitare, però, che un animale che in natura è abituato ad andare in letargo difficilmente vi riesca se è nato e cresciuto in cattività. In questo caso è importante chiedere al proprio veterinario di fiducia, poiché comportamenti quali sonnolenza o rifiuto del cibo potrebbero rivelarsi sintomi di un malessere piuttosto che normali attività preletargiche. Se dal consulto medico risultasse che il nostro è un animale destinato al letargo, ecco cosa fare.

Letargo: istruzioni per l’uso per tartarughe e criceti

Tartarughe

Le tartarughe – di terra o acquatiche – abituate a vivere in giradino, dopo qualche giorno di sonnolenza e minor richiesta di cibo, troveranno da sole il luogo ideale dove appartarsi per iniziare il letargo; un luogo riparato dove scavare una conchetta nel terreno o il fondo dello stagno.

Se invece la vostra tartaruga è solita vivere in casa, procederete con l’ibernazione artificiale seguendo attentamente il consiglio del veterinario. Cantine e mansarde non riscaldate sono luoghi ideali dove lasciare il nostro rettile durante il sonno invernale. Le tartarughe di terra andranno messe in una vaschetta e coperte con pezzi di carta accartocciati fino a coprirne del tutto il carapace; quelle acquatiche possono essere messe in una bacinella con pochi millimetri d’acqua e coperte da un asciugamano inumidito per evitarne la disidratazione. Gli animali ibernati artificialmente devono essere costantemente monitorati e pesati ogni dieci o quindici giorni. Inoltre, per permetter loro di rallentare il proprio metabolismo e di riposare a una temperatura sufficientemente fredda per contrastare i batteri, sarà fondamentale assicurarsi che non subiscano sbalzi di temperatura.

Nei giorni immediatamente precedenti al letargo, la tartaruga non va alimentata (nelle tartarughe adulte, questo periodo di digiuno può durare fino a due settimane). Nel caso di tartarughe terrestri, effettuare bagni quotidiani in acqua tiepida favorirà lo svuotamento dell’intestino, importante per evitare fenomeni putrefattivi e fermentativi all’interno del tratto. In questo momento è quindi importante fornire alle nostre tartarughe terrestri alimenti non fermentabili e ricchi di fibre (denti di leone, cicoria, lattuga, fieno per conigli). Le tartarughe acquatiche, invece, seguiranno una dieta simile a quella del resto dell’anno, la richiesta di cibo tuttavia diminuirà.

Tutte le tartarughe domestiche, che vivano in casa o che siano libere di scorrazzare in giardino, devono affrontare il letargo in perfetta salute, devono essere ben nutrite, non avere patologie metaboliche, infettive o parassitarie.Prima del letargo, tra la fine di agosto e i primi di settembre, è dunque consigliabile recarsi dal veterinario per un esame clinico e delle feci.

Criceti

Parliamo adesso del letargo di uno degli animali domestici più diffusi: il criceto.

In natura il criceto va in letargo quando la temperatura esterna scende sotto agli 8°, ma è molto improbabile che ne abbia il bisogno se è nato in cattività e ha vissuto sempre in casa, dove il clima è costantemente temperato. In questo caso, il meccanismo fisiologico che ne provoca il letargo è sostanzialmente sospeso. Se quindi vedete il vostro criceto sonnolento e poco attivo, non pensate al letargo e portatelo dal veterinario!

Può capitare che il criceto si impigrisca improvvisamente e che la sua temperatura corporea cali in maniera repentina. Si tratta probabilmente di una risposta “letargica” a un grosso sbalzo di temperatura. Non essendo però abituato al letargo, è importante svergliarlo. Ponetelo vicino a una fonte di tepore, avvolgetelo in una calza di lana riscaldata e coccolatelo fino al suo completo risveglio.

Alcuni esemplari di criceti e altri piccoli roditori possono andare regolarmente in letargo, ma è importante conoscerne le esigenze consultando prima il veterinario.