De-sidera: mancanza di stelle. L’interpretazione dell’espressione latina che può essere ricondotta alla “notte delle stelle” è davvero affascinante.
Una persona a cui “mancano le stelle” poteva assumere il significato di “individuo non molto fortunato”; di conseguenza la fortuna che mancava andava trovata; e dove la si cerca? Ma certo: bisogna fare il pieno di stelle!
De sidera si trasforma così in: rimanere ad aspettare sotto le stelle. Esattamente quello che facciamo la notte del 10 Agosto.
Per rispondere in questo caso non basta l’etimologia, ma dobbiamo sfogliare il libro delle leggende.
Si narra che nel 258 d.C, durante una persecuzione contro i cristiani ordinata dall’imperatore Valeriano, Lorenzo sia stato arso vivo all’età di 33 anni.
Nei secoli si è perciò tramandata la credenza che le stelle cadenti siano le lacrime di dolore del Santo; altri pensano che a “cadere” siano invece i carboni ardenti sui quali venne ucciso.
Il martirio avvenne il 10 Agosto, precisamente nel giorno in cui, circa duecento anni prima (36d.C.), il fenomeno luminoso era stato osservato per la prima volta.
Innanzitutto le stelle cadenti sono polveri e ghiaccio lasciate dietro sé dalla cometa Swift-Tuttle nel suo passaggio vicino al sole. La stella ha un diametro di circa 10 km, quindi è enorme il numero di detriti che si sono staccati dal nucleo a causa dell’altissima temperatura nelle vicinanze del Sole.
Perciò la Terra, compiendo la sua orbita, entra periodicamente (ogni anno) in contatto con questi frammenti che, quando finiscono nell’atmosfera, si bruciano lasciando una scia luminosa. L’illusione ottica ci porta a percepire una stella che cade.
Certo che puoi, le stelle sono da sempre un raccoglitore di desideri, lo dice anche Giulio Cesare!
Nel suo De Bello Gallico, l’imperatore usa il termine desiderantes per descrivere i soldati che, al termine della battaglia, aspettavano sotto le stelle i compagni dispersi, sperando di vederli comparire.