Più della metà delle specie di uccelli ha bisogno di migrare per riprodursi, percorrendo anche lunghissime distanze tra una stagione e l'altra. Le rondini, ad esempio, migrano verso l'Africa in autunno per tornare da noi in primavera, mentre i cormorani svernano alle nostre latitudini per riprodursi in centro e nord Europa in primavera e estate. Specie montane come la nocciolaia, il gallo cedrone e il gracchio si spostano verticalmentetra valle e montagna cercando il clima meno rigido, mentre altre possono addirittura attraversare gli oceani.
Ecco 10 domande, con relative risposte, per approfondire questo affascinante fenomeno.
Le risorse vitali di ciascun habitat sono limitate: spostandosi, le diverse specie di uccelli riescono a ridurre la competizione per spazi, ripari e provviste. Proprio per questo specie diverse hanno adottato schemi di migrazione con rotte e tempistiche diverse tra loro.
In realtà le migrazioni avvengono tutto l'anno; in autunno e primavera osserviamo soprattutto quelle verso e dal continente africano, ma ci sono specie che attraversano addirittura gli oceani e devono partire prima. Anche gli orari di avvistamento possono variare: i Falchi e le rondini, ad esempio, sfruttano le correnti calde del giorno, mentre le allodole preferiscono viaggiare di notte per nascondersi dai predatori.
Prima di migrare, gli uccelli entrano in uno stato di iperfagia, nel quale mangiano in abbondanza per accumulare riserve di grasso. Alcuni arrivano a raddoppiare il loro peso! Nei giorni che precedono la partenza, gli uccelli che migrano in gruppo si radunano in grandi stormi che si dispongono secondo schemi diversi a seconda della specie.
La formazione a V viene normalmente preferita da uccelli più pesanti e con una maggiore apertura alare, come oche e cormorani. Le prime file, quelle al vertice, affrontano l'attrito e fanno più fatica, mentre quelle posteriori si trovano agevolate dai vortici d'aria. Durante il viaggio avviene un regolare scambio dei ruoli per permettere agli apripista di riposare. Uccelli più piccoli e leggeri come gli storni, che generalmente compiono tragitti più lunghi, preferiscono invece volare in gruppo, formando una sorta di sciame meno ordinato.
Nessuna legge, nessun leader. Uno stormo si forma "casualmente" grazie all'adozione di pochi e semplici comportamenti da parte di ciascun esemplare:
Questa dinamica è stata confermata da diverse simulazioni ottenute tramite un software che faceva muovere tanti punti in uno spazio tridimensionale. Stabilendo queste tre regole per tutti i punti, lo stormo si creava quasi automaticamente.
Volare per giorni senza perdere l'orientamento può sembrarci impossibile, senza l'ausilio di bussole o gps. In realtà alcuni uccelli posseggono qualcosa di molto simile: l'orientamento magnetico. Il meccanismo non è ancora del tutto chiaro ai ricercatori, ma sembra che gli uccelli siano in grado di captare il campo magnetico terrestre, come se avessero una bussola integrata. Una ricerca condotta su un gruppo di beccafichi in cattività ha posto l'attenzione su alcuni movimenti del capo che i volatili eseguivano prima di mettersi in volo in una determinata direzione. Questo permetterebbe loro di fare una "scansione", per captare le onde elettromagnetiche. Quando il campo magnetico è stato eliminato sperimentalmente i movimenti della testa sono triplicati e la direzione presa in volo è stata casuale.
Oltre al campo magnetico, a guidare il loro viaggio può essere anche la luce del sole o delle stelle, oltre che la memoria di un tragitto appreso seguendo gli esemplari più vecchi. Può capitare, purtroppo, che le modifiche apportate dall'uomo all'ambienterendano un luogo irriconoscibile per gli stormi, che perdono così l'orientamento.
La durata, che può andare da una settimana a quattro mesi, dipende da tanti fattori: il tragitto, le pause lungo il viaggio, le correnti, le condizioni climatiche e, ovviamente, l'apertura alare degli uccelli. La velocità di viaggio può variare dai 15 agli 80 km all'ora!
Durante una migrazione transoceanica, alcuni uccelli possono viaggiare per 100 giorni senza poter toccare terra: come fanno a dormire? Uno studio ha monitorato l'attività elettrica del cervello delle Fregate, uccelli che nidificano alle isole Galapagos. Durante il giorno gli uccelli restavano svegli, ma dopo il tramonto, quando prendevano quota, riposavano uno dei due emisferi cerebrali, alternandoli. In qualche occasione sarebbero anche entrate in sonno REM, ma solo per pochi secondi. Il loro sonno durava in tutto circa 42 minuti al giorno. Pochissimi, se consideriamo che sulla terraferma riposano 12 ore su 24!
Alcune specie hanno selezionato un insieme di caratteristiche e strategie che permettono loro di sopravvivere alle basse temperature: immagazzinare riserve di grasso, cambiare il piumaggio, cercare un riparo caldo e sicuro, ridurre al minimo l'alimentazione durante i mesi più freddi per non disperdere energie e calore corporeo durante la ricerca. Un uccello non migratore a noi familiare è il passero domestico, che in origine migrava, ma si è ormai abituato agli ambienti urbanizzati.