Tutti in piscina per tenere lontano l'inverno

Il contatto con l’acqua rilassa, dà gioia e aiuta il rapporto genitore-figlio. I consigli dell’esperta per trasformare noiose giornate invernali in un appuntamento con il divertimento. A partire da pochi mesi di vita.

Chi ha detto che in piscina si debba andare solo d’estate?
Da sempre immergersi nell’acqua calda o tiepida è un buon rimedio contro il freddo e per ritrovare armonia con il nostro corpo. In fondo, tutti noi veniamo dall’acqua. E i bambini, soprattutto quelli piccoli, se lo ricordano bene.
Ecco allora qualche consiglio da un’esperta di acquaticità per passare piacevoli momenti con i nostri piccini anche durante le lunghe giornate invernali, quando uscire a giocare o passeggiare al parco è impossibile.
Per evitare i malanni
Non è vero che andare in piscina in inverno aumenta il rischio di raffreddamenti e mali di stagione. “Basta avere l’accortezza di asciugarsi bene prima di uscire. L’acqua della piscina per i neonati, poi – spiega Serra –, di solito è calda. Bisogna invece stare attenti al tragitto a bordo vasca o negli spogliatoi, dove l’aria è più fredda. Il consiglio è coprire i bimbi molto bene appena usciti dall’acqua e asciugare perfettamente testa e piedi”.
Solo per divertimento
“Il primo fondamentale consiglio – esordisce Samanta Serra* – è portare i bimbi in acqua solo se vedete che lo gradiscono. Se invece notate disagio o fastidio, meglio lasciar perdere.
L’acqua, infatti, per molti rappresenta un problema e genera paura e ansia. Invece, il momento della piscina deve essere un modo per rilassarci, divertirci e passare del tempo con i nostri figli”.
Il secondo consiglio è di andare per giocare e non per fargli imparare il nuoto. “Meglio andare in piscina per divertirsi insieme e rafforzare il rapporto con i vostri figli e lasciare i corsi agli insegnanti”.

Pappa sì o pappa no

Una recente ricerca ha messo in evidenza che gli italiani sono gli unici europei che aspettano due o tre ore per fare il bagno dopo aver mangiato. “Le linee generali – specifica Serra – consigliano un pasto leggero prima di immergersi, sia per grandi che per piccoli: un piatto di pasta condito con una goccia di olio e poco Parmigiano è sufficiente e non crea problemi”. Via libera anche ai cibi che si consumano velocemente, come tè e fette biscottate o pane e marmellata. E per i piccolissimi? “Dipende dalla digestione del neonato. Meglio una poppata o un omogeneizzato di frutta che portare in piscina un bimbo affamato".

Quale piscina scegliere

I piccoli non badano a quanto sia bella e all’avanguardia la piscina che sceglierete. “L’importante – sottolinea Serra – è che sia un ambiente rilassante e tranquillo. Per questo meglio puntare sui momenti della giornata dove l’afflusso è minore, compatibilmente con gli orari di sonno-veglia del bambino”. Informarsi anche sulla possibilità di usare materiale ludico della piscina, come palline, secchielli, barchette ecc. per far giocare i bambini. “Se la piscina non offre giochi, meglio portare con sé almeno il tubo galleggiante quando i bimbi sono molto piccoli.
Quando invece cominciano a essere autosufficienti chiedete di avere qualche gioco che vada anche sott’acqua, tipo anelli colorati da ripescare in immersione. Per variare il tipo di attività”.
A partire dai 3 mesi fino ai 3 anni l’acquaticità è consigliata a tutti i piccoli che amano l’acqua. “Ovviamente – specifica Serra – per ogni età si deve scegliere l’attività più idonea. Per i neonati si tratta solo di farli galleggiare sorretti dai genitori, qualche piccolo spruzzo in viso, ma nulla più. Quando iniziano a camminare si possono portare i bambini in alcune une piscine che permettono loro di giocare da soli in acqua, chiaramente molto bassa, proprio per lasciarli liberi di esprimersi e acquistare fiducia in se stessi".

Quanto tempo stare in acqua in acqua
Per i piccolissimi (da 0 a 3 anni) mai più di mezz’ora. Per i bambini più grandi si può arrivare anche a 45 minuti o 1 ora. Soprattutto se già si muovono in acqua e quindi si riscaldano con il movimento.


* Istruttrice di primo e secondo livello della Federazione Italiana Nuoto. Specializzata in acquagym, pilates in acqua, acquaticità neonatale e in gravidanza presso l’Università dell’Acqua.