Ridi ridi che mamma ha fatto i gnocchi! Non si conosce l’origine esatta di questo detto romano ma sarà capitato anche a voi di gioire davanti a una bella porzione fumante. Gli gnocchi sono un primo piatto molto popolare nel Nord-Italia ma che è spesso presente nei menù meridionali, condito con sugo di salsiccia, pesce o selvaggina. Accanto alla versione più classica a base di patate lesse, gli gnocchi vengono impastati anche semplicemente con farina e acqua, iper essere poi insaporiti con formaggi più o meno stagionati e dalle consistenze più varie. Qual è la tua variante preferita? Scopri in questo articolo le varie tipologie di gnocchi, cosa li caratterizza e qual è la loro storia.
In Italia gli gnocchi variano da regione a regione, pur essendo sempre realizzati con la stessa gamma di ingredienti. Talvolta capita di ometterne qualcuno, come nel caso dei Rascatelli calabresi o dei cavati siciliani (fatti con farina e acqua). Altre volte la farina tradizionale viene sostituita dal semolino, o all’impasto a base di patate viene aggiunta della ricotta vaccina. Le tante tipologie di gnocchi fatte e consumate in Italia si differenziano non solo per gli ingredienti ma anche per forma e lavorazione. Gli gnocchi possono infatti avere forma cava, tonda o leggermente schiacciata. Ci sono anche gli gnocchi al cucchiaio, creati tuffando in acqua bollente una massa molto morbida e tutt’altro che coesa.
La tradizione di consumare gli gnocchi proprio il giovedì risale all’immediato dopoguerra. Il detto completo recita così: “giovedì gnocchi, venerdì pesce, sabato trippa”. In un tempo in cui le risorse scarseggiavano, gli Italiani avevano bisogno di imbastire un menù settimanale usando gli ingredienti che avevano a disposizione. Il piatto del giovedì –una porzione di gnocchi preparati con patate, farina e uova– doveva essere nutriente e sostanzioso in previsione del frugale pasto del venerdì, solitamente a base di pesce o legumi.
Le prime testimonianze su questo tipo di pasta risalgono alla seconda metà del Cinquecento, quando i cuochi Cristoforo Messisbugo e Bartolomeo Scappi parlano di “maccaroni detti gnocchi”, pasta fresca impastata con farina, pangrattato, acqua bollente e uova. Una volta passati sul retro di una grattugia, gli gnocchi venivano cotti e conditi secondo l’uso rinascimentale con un composto di burro, formaggio e spezie. Gli gnocchi di patate invece fanno capolino sui ricettari italiani intorno al 1790, ma è solo nel 1891 che Pellegrino Artusi descrive due differenti ricette per realizzarli: la prima con patate lessate e impastate con tuorli, farina, petto di pollo tritato, parmigiano e noce moscata. E la seconda con sole patate cotte e farina.
Di patate, di ricotta, di semolino o farina di grano duro. Con una storia antica e tante differenti varianti, gli gnocchi incontrano ogni tipo di gusto in ogni parte d’Italia.