Una città e le sue chiese

Abitata sin dal terzo millennio avanti Cristo da popolazioni indigene come i Siculi, Ragusa Ibla (così chiamata dall'antica colonia greca, Hybla Heraia) ha visto succedersi varie dominazioni. Greci, romani, bizantini e arabi, hanno tutti dato la propria impronta all'architettura del territorio, costruendo palazzi ma soprattutto luoghi di culto davvero caratteristici. Purtroppo, il terribile terremoto del 1693 ha segnato profondamente questa città.

Dopo il cataclisma una parte della popolazione superstite decise di trasferirsi sulla collina del Patro, su cui sorge la Ragusa odierna. L’altra invece si è impegnata nella ricostruzione della città che oggi sopravvive come cimelio artistico-culturale, ed è comunemente chiamata “Ibla”. La cosa meglio conservata – anche grazie alle frequenti opere di restauro – sono senza dubbio le chiese di epoca barocca. Tantissimi edifici di culto, molti dei quali sconsacrati ma ancora visitabili, che hanno portato Ibla a essere inserita tra le città patrimonio dell’UNESCO.

Oggi vogliamo offrirti un tour virtuale tra i vicoli di questa città, alla scoperta delle bellezze barocche che la popolano e ne raccontano la storia.

I monumenti riconosciuti e protetti dall’UNESCO siti a Ibla sono attualmente 18, e comprendono palazzi nobiliari ma soprattutto chiese.

Santa Maria delle Scale

Raggiungere la “città vecchia” dall’odierna Ragusa è possibile anche senza auto, godendo, scalino dopo scalino, di una spettacolare veduta della vallata. Oltre 300 gradini collegano il nuovo centro abitato a Ibla, partendo proprio dalla chiesa di Santa Maria delle Scale. Questo è un edificio di origine gotica che venne ampliato e ristrutturato secondo lo stile barocco nella seconda metà del XVIII secolo.

Chiesa delle Santissime Anime del Purgatorio

L’imponente e ripida scalinata esalta il prospetto di questa chiesa, simile a quella del Duomo di San Giorgio anche per le ricche decorazioni interne in pieno stile barocco. Il campanile sorge sui resti di mura bizantine.

La chiesa in Piazza Repubblica, chiamata dalla gente del posto “piazza Archi”, per via dell’antico acquedotto che sormontava il quartiere fino al terremoto. Fu una delle poche chiese ragusane a resistere al cataclisma, impreziosita ulteriormente a fine ‘800 da un prezioso organo realizzato dall’esperto Casimiro Allieri.

Chiesa della Madonna dell’Itria

I dettagli per cui rimane impressa questa piccola chiesa sono la cupola azzurra e il campanile, decorato con maioliche floreali di Caltagirone e che svetta tra gli stretti vicoli del centro storico. Rimasta quasi intatta a seguito del terremoto, anche questa chiesa venne ampliata, restaurata in stile barocco e intitolata alla Madonna dell’Itria, dal greco Odygitria che si traduce in “colei che indica il cammino”.

Duomo di San Giorgio

In posizione obliqua rispetto alla piazza su cui si affaccia, la cattedrale di Ibla è un maestoso esempio di arte barocca per via dei fregi e delle decorazioni che la abbelliscono. Poiché Ibla ha mantenuto nei secoli le proprie tradizioni religiose, ha un duomo dedicato a un patrono diverso da quello che protegge la moderna Ragusa. Caratteristici sono i festeggiamenti organizzati nel mese di giugno in onore di San Giorgio, protettore della città. Ibla si veste a festa per veder sfilare le statue, quella del santo a cavallo e l’Arca Santa. I due simulacri trascorrono separati la notte del venerdì e l’intera giornata di sabato – il primo nella chiesa di S. Tommaso, l’altro presso la chiesa delle Anime del Purgatorio –, a ricordo della prigionia inflitta al Santo durante il martirio. Il sabato, penultimo giorno di celebrazioni, la banda sfila per la città per ricondurre la statua di San Giorgio alla chiesa madre. La domenica invece è dedicata alle funzioni religiose in onore del santo. Viene fatta un’ultima processione che ha inizio con la tradizionale “Ballata del Santo” appena fuori dal Duomo. Seguono poi la sfilata degli sbandieratori e della banda cittadina, e un magnifico spettacolo pirotecnico.

Il giardino delle chiese

All'interno del rigoglioso giardino ibleo – nato nel 1858 per volontà di alcune famiglie nobili della zona, sono presenti alcune chiese di epoca barocca. Le dimensioni di questi edifici sono sicuramente più modeste rispetto a quelle della chiesa madre o di altre sorte in luoghi più ampi. La prima chiesa che si incontra girando per i viali alberati del giardino, è dedicata a San Vincenzo Ferreri (nota come chiesa della Madonna del Santissimo Rosario), che ospita spesso mostre di arte sacra ma anche contemporanea. Segue poi la chiesa dei Cappuccini, che custodisce il trittico dell'Assunzione della Vergine del pittore monrealese Pietro Novelli. E infine la chiesa di San Giacomo, un luogo di culto costruito sui resti del tempio di Lucina, la dea della Fecondità.