Una passeggiata a Trieste

Trieste è una città unica e incantevole. Elegante e cosmopolita, la punta occidentale dell’Italia è circondata dalla Slovenia e si affaccia sull’Adriatico col primo porto del Paese per volume commerciale.

Come in molte città italiane, è sufficiente camminare sui marciapiedi del centro per avere la percezione di essere in un posto che ne ha viste tante: la storia di Trieste risale infatti all’Età della Pietra.

Le diverse culture che l’hanno abitata e transitata si sono interconnesse, sviluppando un profilo urbano che congiunge caratteristiche mediterranee e mitteleuropee. Si vede e si sente: il dialetto triestino è un misto di italiano, austriaco, tedesco, croato e greco.

La nostra passeggiata inizia in Piazza Unità d’Italia, la piazza aperta sul mare più grande d’Europa.
Teatro di cruciali avvenimenti storici, processioni, esecuzioni e giostre, è stata realizzata dall’Impero Austro-Ungarico in ostentazione del proprio potere. Qui siamo circondati da fastosi edifici: centrale, davanti al mare, si impone il Palazzo del Municipio, le cui facciate sono caratterizzate da un misto di stile parigino e manierismo germanico. Troviamo lo storico Caffè degli Specchi al piano terra del Palazzo Stratti, di stile Neoclassico; di fronte abbiamo Palazzo Pitteri e Palazzo Vanoli, con influenze barocche e rococò. Completano il quadro i rinascimentali Palazzo del Lloyd Triestino e il Palazzo della Prefettura.

Ci sporgiamo sul mare, e davanti a noi si stende il Molo Audace,costruito sul relitto del San Carlo, nave affondata in porto, e ora lungo 246 metri.

Da qui, lo sguardo si apre su palazzi monumentali, sulla chiesa greco-ortodossa di San Nicolò e sul Canal Grande, centro del Borgo Teresiano, che con le sue chiese testimonia la felice convivenza di religioni diverse. In lontananza, si intuisce il bianco profilo di Miramare e il romantico castello di Massimiliano e Carlotta d'Asburgo.

Il molo è un luogo magico per ossigenarsi e, se è il periodo giusto, per sfidare la bora: il potente e caratteristico vento che scorre lungo la città e che i triestini vivono con un sentimento di amore-odio.

Camminando lungo la Riva del Mandracchio affianchiamo il Molo dei Bersaglieri e ci fermiamo al Museo Revoltella. la fu-dimora del barone, palazzo neorinascimentale, ospita una meravigliosa e variegata collezione di opere d’arte moderna e contemporanea, che include nomi come Hayez, De Chirico e Fontana.

Usciamo, e ci perdiamo un po’ lungo le vie interne. Passiamo dal verde del parco che circonda la statua di Italo Svevo all’Arco di Riccardo, e ci ritroviamo al Castello San Giusto. Siamo sul colle che domina la città e dove si stabilì il suo primo nucleo di abitanti. Possiamo ammirare i resti della storia stratificata in mura e bastioni, e godere di straordinari panorami sulla città e sul golfo. Il sole sta tramontando: andiamo a mangiare!

La scelta è obbligata: andiamo al Buffet da Bepi, ristorante che custodisce la tradizione locale da più di cent’anni. Ci gustiamo quindi l’essenza della cucina tipica, che include piatti come luganighe e capuzi e porzina e cotechin.

Concludiamo il nostro giro con un caffè: Trieste nutre un amore particolare per questa bevanda, per la quale è arrivata a coniare un lessico tutto suo. Potreste sentire infatti i triestini ordinare caffè neri o serviti “in B”. Lasciamo a voi scoprire di cosa si tratta!

Ci spostiamo quindi di pochi passi, al Caffè Tommaseo: il più antico della città, risale al 1825 ed è stato insignito dell’onorificenza di locale storico d’Italia. Tanto che può vantare di avere servito dei giganti della letteratura come Stendhal, Saba, Svevo e Joyce.

Ci salutiamo con le parole di quest’ultimo, così legato a questa terra da dire “la mia anima è a Trieste”.