La Pinza è un dolce che si consuma dall’Epifania e per tutto il Carnevale, solitamente il periodo più freddo dell’anno. E’ un dolce antico, la cui storia si perde nel Medioevo, un po’ riciclone, un po’ ben augurale, grazie all’utilizzo di ingredienti che evocano la fortuna, come la frutta secca, e il sole, come il mais. E’ sicuramente un dolce corroborante e ricco per cui non bisogna esagerare e che si conserva per qualche giorno diventando, con il riposo, sempre più buono. Ogni famiglia ha la sua ricetta ed anche ogni regione; quella triestina e quella bolognese, per esempio, sono diversissime fra loro: una focaccia che si serve la mattina di Pasqua la prima e una frolla farcita di mostarda preparata con agrumi e mele cotogne la seconda.

Pesare tutti gli ingredienti, mettere in ammollo l’uvetta (foto 1), sbucciare e tagliare la mela ed i fichi a tocchetti.
In una ciotola setacciare la farina 00 con il lievito, unire lo zucchero (foto 2).
In una casseruola portare a bollore il latte con il burro (o lo strutto), un bicchiere d’acqua ed un pizzico di sale, unire la farina di mais, cuocere per 10’ mescolando continuamente (foto 3).
Lontano dal fuoco aggiungere le uova, una alla volta, mescolando bene ogni volta (foto 4).
Unire la farina setacciata con il lievito e lo zucchero e tutti gli ingredienti rimanenti e cuocere, sempre mescolando, per altri 20’, fino ad ottenere una polentina (foto 5).
Accendere il forno a 180°.
Imburrare e spolverare di pan grattato una tortiera di max 24 cm di diametro (o quadrata 22x22), versare e livellare il composto (foto 6) e cuocere nel forno già caldo per circa 1 h: la prova stecchino d’obbligo.
Sfornare, far raffreddare e servire spolverata di zucchero a velo.