Alla base di tantissimi piatti: un filo d’olio in padella con due membri tagliuzzati della famiglia delle Amaryllidaceae: l’aglio e la cipolla.
Nato nelle regioni montagnose dell’Asia Centrale, l’aglio è una fonte di antiossidanti e di precursori di una molecola, l’allicina, che non solo svolge una funzione antibatterica, antivirale e antimicotica, ma aiuta anche la salute cardiovascolare, in quanto riduce la rigidità dei vasi sanguigni abbassando la pressione del sangue.
Inoltre, fa comodo avere dell’aglio a portata di mano se ci troviamo davanti a un vampiro: questa figura mitica esiste in diverse culture, con relative varianti, da migliaia di anni. Essendo il vampiro una specie di parassita, si spiega l’utilizzo dell’aglio nella cultura popolare come mezzo di protezione per via delle sue proprietà antibatteriche.
Più concreto dell’attacco di un vampiro, è il pericolo ben noto dell’alito cattivo: Shakespeare raccomandava ai propri attori di “non mangiar aglio o cipolla, ché dobbiamo esalare tutti un alito che deve riuscir dolce e gradevole”. Anche nella cultura islamica è usanza evitare questi alimenti prima di recarsi in moschea.
Oltre al sopracitato soffritto, l’aglio è un ingrediente fondamentale di salse come pesto, aioli,tzatziki e bagna cauda.
Pare che cipolla e ravanelli fossero i costituenti principali della dieta degli operai che costruirono le Piramidi in Egitto (i quali, contrariamente alla credenza popolare, non erano schiavi!). Pare che nella cultura di questa antica civiltà la cipolla fosse un oggetto di culto, per via della sua forma sferica e dei suoi anelli concentrici, e il bulbo veniva impiegato nei riti funebri. Nell’antica Grecia gli atleti mangiavano cipolle in grandi quantità in quanto si credeva che alleggerisse il sangue, e i gladiatori romani si strofinavano il corpo con cipolle per rassodare i muscoli. Le credenze popolari sull’impiego della cipolla in medicina proseguirono durante il medioevo, dove veniva raccomandata per alleviare le emicranie, curare i morsi di serpente, la perdita dei capelli e l’infertilità.
I veri benefici sono, anche per questo bulbo, quelli legati all’apporto di allicina.
Come ben sappiamo, quando sono crude possono irritare pelle, mucose e occhi. Potrebbero inoltre interferire con l’assunzione di litio, antidiabetici, anticoagulanti, antiaggreganti e farmaci metabolizzati dal citocromo P450 2E1. In caso di dubbi, è sempre meglio chiedere consiglio al proprio medico.