Avete mai bevuto la zucca? Oltre che dei piatti salati e di qualche goloso dessert, in autunno l’ortaggio diventa protagonista di una particolare tipologia di birra, poco conosciuta in Italia ma diffusa e prodotta negli Stati Uniti da oltre 300 anni.
Le Pumpkin Beer nascono verso la fine del XVI secolo, esattamente nel 1771, quando l’American Philosophical Society pubblicò la ricetta per una Pompion Ale, nome arcaico di particolari bevande realizzate usando la purea di zucca. A quel tempo il malto d’orzo raggiungeva solo raramente le coste americane, costringendo i mastri birrai a utilizzare dei succedanei, ossia materie prime locali con una buona percentuale di zuccheri fermentescibili. Granoturco, mele e sì, anche le zucche.
Le prime birre alla zucca erano prodotte senza o con quantità minime di malto d’orzo. Quando questo divenne facilmente reperibile, le Pumpkin beer attraversarono un periodo di declino fino alla riscoperta nel 1980.
La prima Pumpkin Beer moderna, dal tipico sapore speziato grazie all’aggiunta di spezie come cannella, zenzero, chiodi di garofano e noce moscata, fu prodotto dalla Buffalo Bill’s Brewery di Hayward in California. L’esperimento fu poi riproposto da tante altre aziende statunitensi soprattutto nel periodo di Halloween.
Quando si tratta di Pumpkin beer, non si può parlare di un vero e proprio stile. L’ortaggio – fresco o in purea – può essere aggiunto a birre sia ad alta che a bassa fermentazione, chiare o scure, nonostante si abbini meglio allo stile Amber Ale, realizzato con poco luppolo e ideale per non coprire la naturale aromaticità della zucca.
Le birre alla zucca sono tendenzialmente morbide, avvolgenti e naturalmente poco amare. Questo perché l’ortaggio è in grado di esaltare la secchezza della bevanda luppolata conferendole al contempo un retrogusto dolce. Possono perciò essere abbinate a piatti delicati a base di zucca, oppure fortemente aromatici come formaggi erborinati e primi aromatizzati con erbe officinali.