Birre in botte: legno che fa la differenza

Chi ama scoprire nuovi sapori nel mondo della birra artigianale avrà forse sentito parlare delle birre barricate, ossia birre che, invece di essere affinate in acciaio, riposano per un certo periodo all’interno di botti di legno.

L’uso della botte non è una moda recente: per secoli è stato il modo più comune per conservare la birra, prima che arrivassero i materiali moderni. La tecnica oggi ha una destinazione specifica: produrre birre complesse, spesso ad alta gradazione, pensate per essere gustate con lentezza.

Cosa succede esattamente nella botte? Il legno, a differenza del metallo, non è completamente neutro: rilascia aromi e consente un leggero scambio di ossigeno con l’esterno. A seconda del tipo di legno usato (spesso si tratta di quercia, ma ci sono anche birrifici che sperimentano con altri legni) la birra può acquisire note più morbide, tostate, speziate o leggermente ossidate.

In molti casi, si usano botti che in passato hanno contenuto vino, whisky, rum o altri distillati. Questo passaggio lascia nella birra tracce di profumi e sapori che non derivano solo dagli ingredienti originali, ma anche dal contenitore e dalla sua storia.

Il risultato? Birre che spesso sorprendono coi loro aromi intensi, il basso contenuto di gas, più vicine a un vino da meditazione che a una classica lager da aperitivo.