Per molti fare il caffè è un gesto quotidiano, quasi automatico: riempi la moka d’acqua, inserisci il filtro, aggiungi la polvere, richiudi e metti sul fornello. Non appena si sente il tipico gorgoglio, il caffè è pronto per essere gustato.
Ti sei però chiesto cosa significhi “fare il caffè” dall’altra parte del mondo? Proviamo a spiegartelo portandoti a Pitalito, una piccola cittadina colombiana nel dipartimento di Huila, diventata uno dei più grandi produttori di caffè del Paese. Qui le piante di caffè, simili ad arbusti, producono delle piccole bacche soprannominate “ciliegie”, frutti che pur essendo sullo stesso ramo maturano in tempi diversi e devono perciò essere raccolti a mano. I raccoglitori arrivano ad accumulare oltre 25 chili di bacche al giorno.
Le bacche possono poi essere macinate a secco – dopo essere state lasciate essiccare al sole – oppure a umido. In questo caso un macchinario separa i semi (i cosiddetti chicchi) dai frutti e poi li seleziona per densità. Quelli più pesanti e aromatici finisco sul fondo, per essere poi raccolti e lasciati fermentare in una vasca d’acqua per 1-2 giorni. Vengono poi lasciati all’aria aperta su ampie reti, e smossi regolarmente dai lavoratori affinché si asciughino in maniera uniforme.
I chicchi asciutti raggiungono poi un altro mulino, munito di appositi setacci e un particolare scanner ottico che divide i semi per dimensione e colore. Una volta tostati e macinati, entrano in scena i “Q graders”, esperti qualificati che valutano il caffè attraverso il coffee cupping, un metodo di degustazione standardizzato dalla Speciality Coffee Association (SCA). Gli esperti prestano attenzione al gusto e all’aroma del caffè per determinarne la qualità, ma anche alla sensazione tattile che lascia sulla lingua e l'acidità. Quando hanno dato un voto a tutte le miscele, si può procede con la spedizione.
Sacchi di tela contenenti circa 70 chili di chicchi tostati l’uno vengono stipati su navi container capaci di trasportare fino a 21 tonnellate di caffè. Le navi cargo partono così dalle coste tropicali per raggiungere ogni parte del mondo e rifornirle di caffè.
Secondo una ricerca condotta su scala mondiale, i maggiori consumatori del 2021 sono i paesi nordici: al primo posto la Finlandia con un consumo annuale di 12 chili di caffè pro capite; seguono poi Norvegia, Islanda, Danimarca, Olanda e Svezia. Benché l’espresso sia una delle bevande caratteristiche del Bel Paese, la ricerca colloca l’Italia al tredicesimo posto, con un consumo di 5 chili di caffè a persona.
Quello stesso caffè che, dopo un lungo percorso di maturazione, lavorazione e selezione, arriva nelle nostre tazze a scandire la nostra giornata.
Come ami berlo? Liscio, ristretto, macchiato o lungo, approfitta della Giornata Mondiale del Caffè per scoprire quanto il tuo caffè ti rappresenta!