L’Italia è la prima nazione al mondo per la coltivazione di questo ortaggio (pari a circa il 30% della produzione globale). Le zone maggiormente interessate sono Sicilia (Piana di Gela e Piana di Catania), Sardegna (Ittiri e Samatzai) e Puglia.
Pare che il carciofo fosse già noto a Egizi, Greci e Romani, e che sia stato introdotto in Europa dagli Arabi: il suo nome proviene dall’arabo karshuf.
Il carciofo favorisce il corretto funzionamento dell’intestino e riduce il rischio di cancro al colon, avendo un alto contenuto di fibre. Grazie anche ad altri principi attivi come la cinerina e i sesquiterpeni lattonici, questo ortaggio contribuisce a ridurre i livelli di colesterolo: contiene inoltre antiossidanti che difendono l’organismo dai radicali liberi.
Importante anche l’apporto di vitamine del gruppo B, che favoriscono le funzioni del metabolismo. In particolare la vitamina B9 risulta utile al sistema nervoso nelle prime fasi della gravidanza.
La vitamina K è invece utile per la salute delle ossa e del cervello, il potassio protegge la salute cardiovascolare, mentre il rame e il ferro sono importanti per la produzione dei globuli rossi.
Si possono mangiare crudi, saltati in padella, cotti in umido, ripieni, fritti, sott’olio, centrifugati e al vapore. Insomma: versatili, sani e buoni. Non stupisce che Pablo Neruda abbia scritto un’Ode al carciofo!