Fare un puzzle non è solo un'attività rilassante; si tratta di una vera e propria ginnastica per il cervello, utile a grandi e piccini. Scopri perché dovremmo farne più spesso.
Giocare con i puzzle può contribuire in modo sorprendente a sviluppare diverse abilità importanti nei primi anni della crescita.
Uno studio condotto dall’università di Chicago ha inoltre riscontrato un’interessante particolarità. 53 coppie bambino-genitore sono state filmate per alcuni periodi di tempo a distanza di quattro mesi, mentre svolgevano attività della vita quotidiana. I bambini, di età compresa tra i 26 ed i 44 mesi, sono poi stati sottoposti a dei test specifici di elaborazione delle forme ed è emersa una maggioreabilità da parte di coloro che giocavano con i puzzle. Ciò comporterebbe, secondo i responsabili della ricerca, una maggiore propensione alle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica).
I vantaggi non si esauriscono con l’età infantile, anzi. I puzzle permettono di mettere in campo diverse strategie, a tentare e, se necessario, sbagliare prima di arrivare a una soluzione: insegnano a riflettere prima di agire, superare le difficoltà ed essere costanti per conquistare il traguardo.
Un puzzle può rivelarsi un'ottima fuga dallo stress, in quanto richiede pazienza e molta concentrazione. Non è poi da sottovalutare la soddisfazione che si prova nel completarne uno: la soluzione di un rompicapo, infatti, stimola il rilascio di dopamina, l'ormone dell'appagamento. Infine, allenando la memoria, aiuta a mantenere in forma il cervello e prevenire l'invecchiamento precoce.
Nel 1767 il cartografo e insegnante di inglese John Spilsbury, durante una lezione ai suoi allievi, decise di trasformare un planisfero di legno in sagome di stati da riassemblare: il nuovo metodo di apprendimento fu molto apprezzato dagli alunni (per lo meno da quelli preparati), tanto da evolversi in un passatempo divertente, istruttivo e gratificante.